"Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia."
(Harriet Van Horne)


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sabato 25 luglio 2009

Ciabatta



Ebbene sì, finalmente anche la Fra ha panificato! C'è da chiedersi come mai io abbia aspettato tanto visto che adoro il pane. Credo sia il mio alimento preferito da sempre... Ne mangio tantissimo e sin da bambina lo consumo anche da solo, in qualsiasi momento della giornata. Ricordo anche quando mia nonna abitava a casa nostra e ogni volta che mi vedeva con un pezzo di pane in mano esclamava (rigorosamente in calabrese): "ma sta figghiola non può manciari sempre pani aschittu!" (trad.: "ma questa figliola non può mangiare sempre pane asciutto!" cioè pane da solo).
Oltre tutto pure le panetterie mi piacciono un sacco...

Per cominciare ho preferito provare con una cosa semplicissima e cioè la miscela pronta per il pane tipo ciabatta comprata alla LIDL.
Basta seguire le indicazioni sulla confezione, aggiungere acqua e poco olio e... les jeux sont faits!!






Con metà della confezione (500 gr) ho fatto 4 ciabatte.






Con gli altri 500 gr invece ho fatto un ciabattone unico






...che opportunamente tagliato a fettine è diventato un'ottima base per il buonissimo Paté di olive verdi che avevo ricevuto dalla Compagnia del Cavatappi...








Il pane è risultato buono come sapore, ma è abbastanza ovvio essendo una miscela pronta.
Quanto alla consistenza, era un pò pesante, ma è dipeso da un errore nella fase di lievitazione... Probabilmente non ho creato la giusta temperatura (magari grazie all'ausilio del forno tiepido) per permettere la corretta lievitazione... anche considerando che questo pane risale ormai a un mesetto fa o forse o più, quindi non c'erano 35 gradi fuori...
Insomma in altre parole non è cresciuto praticamente per niente prima di infornarlo...

Migliorerò la prossima volta...
E poi magari inizierò a panificare senza miscele già pronte... però non aspettavi pasta madre a casa mia... Ditemi quello che volete, ma a me fa impressione, oltre al fatto che non riuscirei a mantenere fede all'impegno di rinfrescarla quando serve e nelle mie mani morirebbe inesorabilmente...
Basti pensare che non sono in grado di mantenere in vita una pianta perchè mi dimentico di bagnarla anche a giorni alterni...

martedì 21 luglio 2009

Spaghetti con i funghi ...senza ricetta...



Leggendo il titolo qualcuno potrà pensare che il caldo o il troppo stress di questo periodo mi abbiano dato definitivamente alla testa! Beh, è vero che qualche effetto lo stanno avendo su di me, ma non è questo il risultato...

Continuate a leggere e capirete il perchè di un piatto senza ricetta...

Dovete sapere che mia mamma dopo aver cucinato alla grande e incessantemente per quasi 30 anni, sia nel quotidiano che nelle occasioni speciali come festività e cene con amici, dopo la morte di mio papà, quasi 7 anni fa, ha praticamente chiuso coi fornelli... Cioè, non che non cucini più per carità, mangiamo sempre tutti i giorni! Solo che si limita a cucinare il minimo indispensabile e senza troppa fantasia. Fortunatamente io capisco le sue motivazioni e questa specie di reazione arrivata di botto dopo la nostra grave perdita. E ancora più fortunatamente mi sono sempre adattata senza troppi problemi a questa cosa non avendo grandi pretese e poi, se proprio ho voglia di qualcosa di più fantasioso riesco a convincerla o mi metto io all'opera... (più spesso la seconda opzione!!).

Tutto ciò si riflette anche sulla spesa... Diciamo che mia mamma è molto abitudinaria, quindi difficilmente trovo in frigo cose nuove, a meno che non siano commissionate da me o quando vado io al supermercato.

Qualche settimana fa, o forse più (è a quel periodo che risale questa pasta!!) apro la busta della spesa e trovo una cosina carina e nuova: una confezione di funghi già belli puliti e tagliati e già mischiati a carote a dadini e erbe miste... praticamente belli pronti da mettere in padella con un pò di olio evo o burro.
E così è stato... in pochi gesti mia mamma ha preparato un bel contorno per accompagnare degli affettati e la cena è salvata.

Mentre i funghi cuocevano si diffondeva in cucina un profumino sublime e mi sono detta che non potevo mangiarli così da soli... la morte loro sarebbe stata diventare un bel sughetto per degli spaghetti...




E così fu... Ecco perchè non c'è ricetta... non saprei come indicarvi di ripeterla per rifarla esattamente uguale perchè sulla confezione non c'era indicazione delle erbe utilizzate, ma anche una replica non proprio identica, ma fatta a buon senso credo che possa dare dei risultati comunque ottimi.
Diciamo che il mio unico tocco da vero chef è stata l'aggiunta di una bella spolverata di Parmigiano grattuggiato... la classe non è acqua!!!







domenica 19 luglio 2009

Lucanelli (della Compagnia del Cavatappi) con taleggio e pere



Ammetto che sto allargando i miei orizzonti culinari... Nasco schizzinosa e per questo, come avevo già raccontato in precedenza, per tutta l'infanzia mi sono impuntata e ho mangiato una varietà scarsissima di alimenti, quasi sempre gli stessi. Gli altri non mi piacevano per partito preso perchè nemmeno li avevo assaggiati. Col passare del tempo fortunatamente ho ampliato la gamma di cibi nella mia dieta, ma rimanendo sempre tradizionalista negli abbinamenti. Negli ultimi anni sono poi arrivata a sperimentare cibi e accostamenti che mai avrei pensato di poter vedere nel mio piatto insieme...

Un esempio è quello della ricetta di oggi... un primo il cui condimento prevede l'accostamento delle pere col Taleggio. Si sa, le pere si sposano perfettamente col formaggio, ma la mia antica rigidità mi imponeva di pensare che frutta e cibi salati non potessero essere consumati insieme. Devo dire che l'abbinamento in questa ricetta è buono nel complesso, anche se, a mio gusto, il tutto è risultato un pò troppo dolce. Forse potrebbe dipendere anche dal tipo di pera utilizzato e dal livello di maturazione della stessa.

La ricetta è tratta da una puntata della rubrica "Gusto" del TG5 di qualche mese fa.
Forse sul sito del TG5 si trova ancora il video. Una modifica riguarda il Taleggio. Nella ricetta originale era previsto un formaggio tipico di una particolare zona d'Italia e dal nome talmente altisonante che l'ho subito dimenticato! E ovviamente non poteva essere un formaggio reperibile in un comune supermercato milanese... Siccome la consistenza di questo formaggio e la descrizione fatta dal presentatore ricordavano moltissimo il Taleggio, ho pensato di sostituirlo così.

Per quanto riguarda la pasta ho utilizzato i Lucanelli inviati (vedi qui) dalla Compagnia del Cavatappi.

Va bene sperimentare accostamenti culinari lontani dal mio gusto fino a qualche tempo fa, ma che a nessuno venga in mente di propinarmi pesci e frattaglie, eh!





Ingredienti per 2 persone (...un pò ad occhio...):


250 gr. Lucanelli
1 pera
sale
una noce di burro
Taleggio
(Parmigiano)


Scaldare una noce di burro in una padella antiaderente e mettere a rosolare la pera precedentemente lavata e tagliata a cubetti.
Dopo qualche minuto unire il Taleggio e lasciarlo sciogliere fino a comporre una salsa con le pere.
Trasferire la pasta appena scolata nella padella e mescolare bene qualche minuto.
Volendo si può aggiungere una grattata di Parmigiano.







domenica 12 luglio 2009

Tortine allo yogurt




Nonostante i numerosi arretrati ancora in archivio in attesa di fare la loro comparsa nel blog, ho deciso di postare l’ultima ricetta realizzata… addirittura realizzata oggi!
Praticamente una cosa assolutamente desueta per me…
Un po’ per l’entusiasmo della mia prima volta con gli stampi in silicone e un po’ per rendere omaggio alla Silikomart da cui gentilmente sono arrivati, ecco che questa ricetta ha scavalcato l’ordine di priorità.

Devo ammettere che gli stampi in silicone hanno superato la prova e le mie aspettative, soprattutto al momento di sfornare. Nessuna fatica nemmeno quando il dolce era ancora caldo.
Se proprio devo cercare la criticità posso dire che l’unica fase che può creare qualche piccolo problemuccio è l’introduzione dello stampo nel forno, visto che essendo flessibile tende a piegarsi rischiando di far fuoriuscire l’impasto se troppo liquido. Considerando anche il pre-riscaldamento del forno, onde evitare brutte scottature, conviene tirare preventivamente fuori la griglia del forno, adagiare bene lo stampo sopra di essa (avendo cura che, in caso di più formine in un unico stampo, queste siano ben dritte) e riporlo nel forno con tutta la griglia.
Nel caso si stesse usando la linea di stampi in silicone della Silikomart munita di anello rigido, il problema non dovrebbe porsi.

Lo stampo da me utilizzato è quello per mini Gugelopf.
Però non mi andava di fare proprio i Gugelopf, allora ho cercato una ricettina più semplice, sia nella realizzazione che negli ingredienti.
E dall’unico numero di Sale & Pepe comprato in vita mia (e che risale a ben 11 anni fa!), ho trovato proprio la ricetta ideale. Devo ammettere che quella rivista è stracolma di ricette invitanti che fino ad ora si sono rivelate sempre perfette nella realizzazione!



Le tortine allo yogurt sono veramente semplici, buonissime, leggere, profumate e grazie allo yogurt anche morbidissime.
E tutto questo è ottenuto con pochissimi ingredienti e una preparazione estremamente semplice veloce.
Trovo che sia un impasto molto versatile che potrebbe prestarsi anche alla realizzazione di un’unica torta.
Sono buone da mangiare così da sole cosparse di zucchero a velo, ma io ne ho presentate alcune inserendo anche un cucchiaino colmo di Nutella nel buco e altre innaffiate con lo sciroppo d’acero. Andrebbero provate anche con un velo di marmellata.





Ingredienti
(per circa 10 tortine fatte con stampi da 6 cm di diametro):
200 gr. farina
180 gr. yogurt intero (io ne ho messi 230 gr., cioè due vasetti)
60 gr. burro (più dell’altro per imburrare se non si usano stampi di silicone)
60 gr. zucchero
1 uovo
1 bustina di lievito
Un pizzico di bicarbonato
Un pizzico di sale
Zucchero a velo q.b.

Per la farcitura, a scelta:Nutella
Sciroppo d’acero
Marmellata



In una terrina montare il burro ammorbidito con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso.
Aggiugere l’uovo e amalgamare bene.
Unire la farina setacciata con il bicarbonato, il sale, lo yogurt e mescolare con cura.
Versare il composto negli stampini a forma di mini Gugelopf o ciambellina (imburrati e infarinati se non sono di silicone) fino quasi all’orlo (lasciare qualche millimetro) e cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per 15 minuti circa.
Togliere le tortine dagli stampini e farle raffreddare.
Spolverizzarle di zucchero a velo farcire come si desidera, con Nutella, sciroppo d’acero o marmellata.





martedì 7 luglio 2009

Risotto agli asparagi in cestino di Parmigiano



Credo di averlo già segnalato qualche giorno fa, ma non ne sono sicura (l'età avanza e lo stress non aiuta!), quindi potrei ripetermi dicendo che ho iniziato le pulizie, non di primavera, ma estive dell'archivio ricette (anche se col diluvio che imperversava fino a poco fa su Milano sembravamo tornati indietro di qualche mese...)
Comincio ad avere troppe ricette in archivio e non mi va di tenerle lì fino alla prossima stagione, quindi tra cosine nuove e perfettamente in linea con la stagione posterò anche le ricette con ingredienti non proprio attuali (ma quando le ho preparate erano di stagione, quindi vale!). Tenete a mente questa cosa oppure fate finta che io abbia tirato fuori dal congelatore quel dato ingrediente nel caso non si trovasse più nei banchi del fruttivendolo al momento della pubblicazione della ricetta.
Oggi dall'archvio viene fuori una ricetta semplice semplice, un classico insomma, il risutin (per usare ogni tanto una parolina milanese) agli asparagi, ma con una particolarità scenografica (anche quella comunque facile): il cestino di Parmigiano.
Altro modo questo per mangiare una verdura che non è che proprio mi faccia impazzire... anzi a dire il vero da soli non li mangio proprio e ogni tanto, non so perchè, mi fanno pure venire il mal di pancia (e non è una novità per me!!).


Ingredienti per due persone (dosi abbondanti):

1 mazzo di asparagi
250 gr riso
brodo
uno spicchio di cipolla
olio evo
sale
20 gr (circa) burro
Parmigiano grattuggiato
Fare un giro di olio evo in una casseruola capiente coi bordi alti.
Fare soffriggere lo spicchio di cipolla tritato.
Prima che diventi bionda, aggiungere gli asparagi precendentemente mondati, lavati e tagliati a pezzettini e lasciarli cuocere per qualche minuto.
Aggiungere il riso e farlo tostare per un paio di minuti.
Aggiungere poco per volta il brodo e portare a cottura mescolando frequentemente.
Spegnere il fuoco e mantecare con il burro.
Per il cestino di Parmigiano:
fare scaldare una padellina antiaderente senza condimenti.
Distribuire su tutta la supeficie (no sui bordi) due/tre cucchiaiate di Parmigiano e lasciare andare a fuoco basso qualche minuti.
Quando si sarà rappreso e si riuscirà a staccare con una spatolina, spegnere il fuoco, sollevare delicatamente la sfoglia di Parmigiano e adagiarla su un bicchiere rovesciato o su altro contenitore anche più grande (a seconda della vostra necessità, ad esempio una ciotola) e modellarlo leggermente per dargli la forma del cestino.
Una volta raffreddato leggermente toglierlo dal bicchiere, adagiarlo sul piatto da portata e riempirlo col riso.


P.S.: Se qualcuno volesse spiegarmi come mai Blogger da i numeri spesso e volentieri sarei molto felice... Intendo dire che l'impaginazione, le spaziature, i paragrafi vengono da me correttamente impostati in modo da avere uno scritto esteticamente carino e piacevole alla lettura, ma poi quando vado a salvare è un terno al lotto... a volte salva le mie modifiche pari pari, altre volte (come in questo post) non c'è verso ... rimane tutto appiccicato... testo e foto... e non serve andare a modificare il post! Aiuto!!


lunedì 6 luglio 2009

MMF (Marsh Mallow Fondant)

Ricordate il post sul Pan di Spagna? Raccontavo di una torta speciale per un’amica speciale di cui il Pan di Spagna era la base perfetta.

La seconda parte della tragicomica preparazione riguarda la decorazione.
Diciamo che tutto questo caos è partito per colpa della decorazione… cioè, non potevo fare una torta qualsiasi, ma volevo rappresentare una caratteristica distintiva della mia amica sulla torta, altrimenti sarebbe stata una torta magari bella e buona, ma non la “sua” torta.

Purtroppo per me ho pensato che l’unico modo per poter rendere bene questa decorazione fosse quella di utilizzare il MMF (Marsh Mallow Fondant).
Girovagando nei blog di cucina ho visto moltissime torte decorate con questa tecnica, addirittura molte food blogger sono proprio appassionate e ne fanno il loro cavallo di battaglia. Le torte alla fine sono bellissime e dispiace quasi “rovinarle” tagliandole e mangiandole.
Però, come già anticipato nel post del Pan di Spagna, questo tipo di cosa non fa assolutamente per me… lo pensavo prima di provare a realizzarlo e continuo a pensarlo pure adesso.
Al di là dell’impasto da lavorare a lungo e poco agevolmente perché sempre appiccicoso (alla fine dopo un bel po’ diventa un panetto, ma che noia!!), pur sapendo che è assolutamente commestibile anche dopo l’aggiunta dei coloranti, non riesco a farmi convincere che sia mangiabile!!
Quindi, come avrete capito, dopo tutta questa fatica e varie peripezie sul colore, le mie decorazioni (molto semplici) sono lì nella credenza da giorni, ma non hanno ancora preso posto sulla torta speciale che per altro non mi sono decisa a preparare… (per la verità nel frattempo, pensa e ripensa, gira e rigira sui blog, ho trovato una soluzione più immediata e di sicura commestibilità per ottenere il soggetto della decorazione che mi serviva!!).

Visto che l’onore della cronaca fa da padrone in questo blog ecco la mia infelice preparazione del MMF.

Tra i vari blog ho deciso di seguire per questa preparazione quello di Antonella di Pane al Pane… Vino al Vino.




Ingredienti:
150 gr di marshmallow
330 gr di zucchero a velo
3 cucchiai di acqua



Inizio col dire che è facile dire “150 gr di caramelle Marsh Mallow”… mica sono tutte uguali… Considerando che lo scopo è quello di ottenere un panetto il più possibile neutro (bianco sarebbe il top), da usare per le parti bianche delle decorazioni, o da base per ottenere gli altri colori grazie ai coloranti, bisognerebbe trovare i MM bianchi (praticamente introvabili nei comuni supermercati) o al massimo i più comuni, quelli bianchi e rosa senza copertura di zucchero semolato.
Per una serie di circostanze ho mandato mia madre alla ricerca dei MM pensando che a Milano non esistano cose introvabili… E’ finita che al terzo supermercato io da casa sceglievo il meno peggio dei prodotti esistenti tramite videochiamata con mia madre…

E infatti per sfinimento ho optato questi:




…nel dettaglio:





Nel sito della HARIBO chiaramente ci sono molti tipi di MM, compresi quelli bianchi e rosa (che erano quelli che da piccola compravo sfusi al bar dell’oratorio!!) e quelli bianchi, ma vai a capire dove li vendono…

Mi sembrava già un cattivo presagio visto che oltre ad essere coperti di zucchero semolato erano pure rossi… E quindi come fare?
Soluzione n. 1: visto che l’interno è bianco ho provato a eliminare col coltello la parte esterna… si certo! Provate a “sbucciare” una sola di queste caramelle appiccicosissime… ci vorranno almeno 5 minuti… buttando via mezza caramella e appiccicando tutto… troppo tempo e troppo spreco…
Soluzione n. 2: sciacquare sotto il rubinetto, poco e con delicatezza, le caramelle. La parte esterna rossa è ottenuta con un colorante che va via in fretta. Alla fine resta un leggero rosa all’esterno che non compromette più di tanto il risultato finale per ottenere il MMF.

Ora che abbiamo le caramelle, possiamo cominciare…


Procedimento:



Mettere le caramelle in una casseruola a bagnomaria con tre cucchiai d’acqua (io l’acqua non l’ho messa visto che le caramelle erano già inzuppate dopo averle sciacquate per togliere il colorante rosso)
Farle sciogliere mescolando di tanto in tanto (Foto 2 e 3).
Una volta che le caramelle si saranno sciolte,togliere la pentola dal fuoco e aggiungere circa 125 gr. di zucchero a velo e mescolare. E' importante che sia quello industriale perchè contiene degli amidi in grado di addensare il composto (Foto 4).
Mettere altro zucchero sul piano di lavoro e versare il composto di marsh sopra ricoprendolo con altro zucchero (Foto 5)
… e ora viene il bello…
...infatti inizia la fase della lavorazione per arrivare al panetto… Bisognerebbe lavorare il composto con le mani coperte di zucchero a velo, ma a mio avviso è decisamente impossibile data la composizione altamente appiccicosa e filante. Quindi io mi sono aiutata con delle spatole e ho dovuto aggiungere ancora dell’altro zucchero prima di poter mettere le mani e ottenere un composto lavorabile.
In teoria l’aggiungere troppo zucchero oltre a rendere il panetto eccessivamente dolce, dovrebbe renderlo difficilmente lavorabile, ma non è stato così per me. Dolce sicuramente, ma lavorabilissimo… alla fine!
Una volta ottenuto un panetto dargli la forma di un salamino, avvolgerlo in pellicola trasparente e metterlo a riposare in una credenza per almeno un giorno (Foto 6 e 7).

Una volta trascorso il tempo di riposo il panetto è pronto per essere lavorato dandogli la forma desiderata. Sarà inizialmente un po’ indurito. Nel caso fosse proprio troppo duro basterà riscaldarlo qualche istante al microonde.
Sarà anche pronto per essere colorato…


Colorazione:
Ed eccoci all’altra nota inizialmente dolente…
Sempre nella stessa spedizione al supermercato mia madre aveva l’incarico di comprarmi i coloranti alimentari. Meno male che mi servivano solo due colori: rosso e blu.
Non dando troppa importanza al fatto che anche di coloranti esistono diversi tipi e diverse marche, ho usato quello che mia madre ha trovato: dei coloranti liquidi in bottiglietta della “Fratelli Rebecchi Valtrebbia”.


 


Andranno sicuramente bene per altre cose, ma non erano quelli adatti al MMF. Infatti l’etichetta indicava di usare una quantità molto piccola di prodotto per ogni chilo di impasto… Con quella quantità di colore praticamente non succedeva proprio niente… Allora, giusto per vedere cosa succedeva, ho ricavato una pallina dal salsicciotto di MMF e l’ho usato come prova. Ho continuato ad aggiungere colorante poco per volta per vedere di raggiungere il rosso desiderato… Da notare che per ogni dose aggiunta ho impastato per far assorbire il colorante in maniera omogenea, e siccome il maledetto panetto se lo si manipola troppo ritorna ad essere appiccicoso, allora ho usato la maizena al posto dello zucchero al velo per poterlo lavorare. Insomma dopo numerose aggiuntine di colorante il panetto prova era sicuramente diventato meno commestibile, molto secco e non era andato oltre la tonalità fucsia…

Ritornando sui blog e su vari forum ho scoperto che i coloranti giusti sono quelli in pasta o in gel e cosi ho trovato un negozio specializzato a Milano e ho rispedito mia madre in missione (scusate eh, ma io ho un negozio e un cane al seguito, quindi per motivi di orari e di ignoranza -visto che non mi fanno entrare con lui-, sono spesso impossibilitata a girare per negozi e supermercati!) e ho finalmente trovato i coloranti in gel della DECORA.


 
Con pochissimo prodotto il panetto è diventato subito di un bel rosso vivo.

Come si può vedere dalla foto, il panetto a sinistra è quello ottenuto con una dose esagerata di colorante liquido (azzurro pastello invece del blu) e quello a destra è quello realizzato col colorante in pasta con poco prodotto.

E ora una parte della decorazione realizzata giace nella credenza in attesa di una mia decisione sul da farsi…


...(maybe) to be continued...