"Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia."
(Harriet Van Horne)


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domenica 28 giugno 2009

Pan di Spagna

Tutto comincia un giorno di qualche settimana fa quando ho deciso di fare una torta speciale per un’amica altrettanto speciale. E girando e rigirando sulle decine di favolosi blog di cucina (a proposito, ma quanti ce ne sono?? E uno più bello dell’altro!!) ecco che trovo diverse ispirazioni… O forse è proprio dopo aver visto tante belle creazioni sui food-blog che mi è venuta l’idea di fare una signora torta?
Lasciamo stare il quesito che ricorda tanto l'eterno dilemma: "chi è nato prima tra l’uovo e la gallina?", e torniamo alla torta.
Per rendere l'idea dell’instabilità che mi contraddistingue in questo periodo, mi sono fissata con la strana idea di voler fare per la mia amica una torta di quelle che fino a quel momento avrei giurato che non avrei mai fatto in tutta la vita… di quelle che ho sempre classificato come “non è roba per me”. Il motivo per cui ho scelto proprio una torta di quel tipo non è argomento di questo post…. Verrà rivelato più avanti.

Qui invece parlerò del comune denominatore di questo tipo di torta: la base di Pan di Spagna. Mi sono detta che era come prendere due piccioni con una fava visto che io il Pan di Spagna non l’avevo mai fatto e quindi era la buona occasione per provare e inserire la ricetta nel blog.
Si tratta della base moltissime torte, soprattutto quelle delle grandi occasioni. Tutti lo conoscono e scommetto che in ogni famiglia se ne è sfornato almeno uno. In altre parole ho pensato che fosse un vero gioco da ragazzi… D’altronde tutti i dolci che ho fatto nella mia vita mi sono riusciti benissimo al primo colpo e a confronto che sarà mai un Pan di Spagna!

Ed ecco che con la mia ingenua presunzione ho fallito al primo tentativo di realizzazione del Pan di Spagna e da qui inizia la vera tragicomica avventura di questa torta che, nel suo complesso pensavo potesse essere realizzata dall’inizio alla fine nel giro del pomeriggio della domenica per poi regalarla alla mia amica il lunedi sera. Ma non solo non è stato così, ma è iniziata una vera e propria sfida a colpi di fruste, tra me e lui (il Pan di Spagna) per vedere chi l’avrebbe spuntata…
Io non mi arrendo mai!! E questa è solo la prima fase di questa torta!
Per dovere di cronaca e per onestà ecco le fasi (sconfitte e vittorie).

1. Primo tentativo: FALLITO!!

Avevo deciso di buttare un occhio ai veri blog di cucina che seguo per trovare la ricetta che mi potesse ispirare. Quello che ho subito riscontrato è stata la divisione in due scuole di pensiero: Pan di Spagna col lievito e Pan di Spagna senza lievito. Mia madre si ostinava a dirmi che il lievito è indispensabile, ma la maggior parte dei blog consultati affermano che la vera ricetta non lo prevede, quindi facendo il verso all’allenatore Mourinho ho deciso per: ZERU LIEVITO!
Primo step completato.
Di tutte le ricette trovate ho selezionato quelle di questi due blog:
- Dulcis in Furno di Tania
- Menta e Cioccolato di Moré
E alla fine ho seguito quella di Moré:


4 uova intere
125 gr di zucchero
125 gr di farina 00
25 gr di Maizena o fecola
1/2 cucchiaino di sale
aromi a piacere (io ho usato la vanillina)


Da notare che lei indica che le basi sono per uno stampo di 26 cm. Io ne ho usato uno da 18, quindi si presume che avrebbe dovuto diventare ancora più alto del suo.

Purtroppo però il risultato non è stato per nulla soddisfacente.
In fase di cottura non si è mosso di un millimetro, altro che gonfiarsi e crescere, e per un attimo ho pensato che mia madre avesse ragione, che forse il lievito poteva fare la differenza.
E' durato solo un momento questo dubbio perché poi mi sono detta che se tante persone ottengono un bel Pan di Spagna alto senza il lievito il sistema ci deve essere…
Che strano, ero convinta di aver seguito le indicazioni di Moré alla perfezione (ero convinta, ma mi sbagliavo!)…

Ora mi restava un simil Pan di Spagna inutilizzabile per la torta da regalare alla mia amica, ma non meritevole di essere cestinato.
Così l’ho tagliato in due (perché più di uno strato non si poteva fare con quella torta alta circa 3 o 4 cm) notando che la consistenza non era esattamente spugnosa come avrebbe dovuto essere, ma bensì esageratamente compatta. L’ho bagnato con un po’ di aroma al rum diluito con acqua e zucchero, l’ho farcito con una bella quantità di Nutella, spolverato con zucchero a velo e questo è stato il risultato:





Il sapore era buono perché le dosi erano giuste quindi il malcapitato dolce non è andato perso, ma non aveva molto a che fare col Pan di Spagna: qualcosa nel procedimento è andato storto.


2. Secondo tentativo: RIUSCITO!!
Continuo le mie ricerche su internet e finalmente trovo l’illuminazione che mi da l’impulso per riprovarci.
Decido infatti di seguire l’invito di Marjlet del blog Sogni di Zucchero e guardo questo video su YouTube di Greedy che spiega passo passo come ottenere un Pan di Spagna perfetto.

Mi piaceva particolarmente l’idea di poter dosare gli ingredienti in maniera così semplice:

30 gr. di farina e zucchero per ogni uovo
1 pizzico di sale

Greedy usa 6 uova per una tortiera di 25 cm.
Le dosi sono facilmente adattabili alle diverse esigenze utilizzando questo utilissimo convertitore che si trova da tempo su internet, ma non ricordo l’autrice (tante grazie comunque, bravissima!!).

E così ho anche scoperto cosa mi aveva fatto fallire nel precendente tentativo:

- le uova devono essere a temperatura ambiente (io invece le avevo si tirate fuori dal frigo prima di mettermi all’opera, ma non abbastanza)
…ma soprattutto:
- è fondamentale sbattere le uova con lo zucchero benissimo e per un lungo tempo, almeno 15 minuti se si ha un gioiellino tipo Kenwood o Kitchen Aid, mentre per chi come me non ha ancora questa fortuna e si avvale solo di un vecchio robot da cucina, non solo i tempi sono più lunghi, ma l’accorgimento necessario per la perfetta riuscita è quello di montare separatamente tuorli e albumi.
In entrambi i casi alla fine della montatura le uova devono “SCRIVERE”! Questa è una legge… la vera prova efficace per capire se in cottura poi il Pan di Spagna crescerà.
Ovviamente in caso di utilizzo di Ken o KA montando le uova intere “scriverà” tutto il composto, mentre nel caso di lavorazione separata saranno solo i tuorli a “scrivere”.
Gli albumi verranno montati a neve fermissima (aggiungendo un pizzico di sale) e verranno inseriti delicatamente ai tuorli precedentemente montati.

Come descrive ancora Greedy, ma anche le altre cuoche, la farina va incorporata poco per volta cadendo direttamente dal setaccio. Si incorpora piano dall’alto al basso per non smontare le uova.

Una volta trasferito nella teglia prescelta si inforna a forno preriscaldato a 180 gradi per circa 35/40 minuti. Ogni forno è diverso quindi bisogna orientarsi in base all’esperienza.
Di sicuro non va aperto lo sportello prima di 30 minuti dall’inizio della cottura.
Dopo questo tempo, per verificare la cottura vale la solita prova dello stecchino asciutto, oltre a provare a schiacciare con un dito sia vicino ai bordi che al centro. Se è cotto e perfettamente riuscito si deve sentire il “rumore di spugna”.

Io l’ho sformato dalla teglia pochi minuti dopo averlo tirato fuori dal forno.
La cosa particolare è che le dosi e il procedimento si Greedy sono simili a quelli indicati da Giallo Zafferano a cui io di solito mi affido ciecamente. Questa volta però, pur avendolo consultato non ero convinta della ricetta. A riprova che spesso e volentieri leggere un procedimento può essere meno efficace che vedere lo stesso in un video.

Ed ecco a Voi il mio primo Pan di Spagna riuscito:







Siccome era solo una prova (che replicherò tale e quale, ma in stampo rettangolare per la torta della mia amica), anche questo è stato – felicemente – consumato da me, mia mamma e dalla mia mitica vicina di casa di ritorno dall’ospedale.
Stavolta avendo raggiunto poco meno di 6 cm, ho potuto ricavarne tre strati e per cambiare un po’ ho pensato di bagnarlo con Lemoncello diluito con acqua e farcirlo con una crema al limone buonissima e di una facilità disarmante, che posterò però un’altra volta!!!










mercoledì 24 giugno 2009

El Paladar Feliz presenta SILIKOMART!!

Ieri è arrivato un altro pacco per La Fra!!!!!!!
Un pacco che ho aspettato con ansia. Non vedevo l’ora che arrivasse…




Ecco un aiutino per farvi capire il contenuto…




Si, avete letto bene, si tratta di un pacco contenente alcuni stampi di silicone di cui la SILIKOMART mi ha gentilmente omaggiato!
Eccoli qui…




E nel dettaglio (prendendo le seguenti foto dal sito della SILIKOMART)

stampo per GHIACCIOLI




stampo per PIRAMIDI






stampo per MINI TARTELETTES




stampo per GUGELHOPF




stampo per BAVARESI


E così anche La Fra entra nel mondo del silicone superando così la sua iniziale diffidenza verso questo materiale…
Ovviamente parlo del silicone in cucina… il silicone in chirurgia estetica no, quello continua a farmi specie e non intendo provarlo!!

Quindi ringrazio nuovamente la SILIKOMART per la gentilezza e prossimamente su queste pagine, le nuove creazioni con questi stampi.
Curiosità: la SILIKOMART mi ha mandato esclusivamente stampi per preparazioni mignon… non so se è un caso o se sbirciando tra le pagine del mio blog si sono accorti che i miei dolci fin ora sono stati realizzati prettamente sotto forma di torte classiche…
Effettivamente mi mancavano proprio stampini di questo tipo… ed ora non ho più scuse!!

mercoledì 17 giugno 2009

Friselle



In questi giorni sono alle prese con una preparazione culinaria per molti semplicissima che però per me si sta rivelando un rompicapo. Per una serie di coincidenze sfortunate si stanno susseguendo incidenti di percorso che compromettono ogni fase della realizzazione e così, non solo non mi arrendo, ma ne voglio venire a capo e vincerla io… (sono donna con sangue meridionale io, quindi con la testa dura!).
Ma vi dirò di più, sarebbe troppo facile e troppo autocelebrativo a successo avvenuto postare solo il piatto finito e riuscito…. No! Per dovere di cronaca e di autocritica posterò tutte le fasi di questa tragicomica ricetta con descrizione degli insuccessi e delle correzioni.
Chiaramente ci vorrà ancora qualche giorno per arrivare al successo e qualche altro per poter sistemare le foto e preparare i post relativi….

Nel frattempo allora sfrutterò l’occasione per postare alcune ricette che aspettano trepidanti da diverso tempo nel mio archivio.


Oggi è la volta di una “ricetta non ricetta” nel senso che non c’è da cucinare proprio niente… bisogna solo assemblare gli ingredienti (quelli proposti da me, ma anche altri) facendosi guidare dalla fantasia e dalle voglie del momento!
Sto parlando delle friselle! Questi crostoni vanno benissimo quando non si ha alcuna voglia di cucinare, quando anche se si ha voglia fa veramente troppo caldo per accendere fornelli e forno (questi giorni ad esempio) o ancora quando non si ha praticamente niente in casa a parte le friselle appunto.
Le friselle sono comuni in Campania, in Calabria e in Puglia. C’è qualcuno che le fa anche in casa e in qualche blog mi è capitato di vederne il procedimento, ma non è il mio caso per adesso…
Le mie sono di quelle già pronte, acquistate in uno stand di prodotti tipici meridionali durante una festa di paese in Piemonte (che casino!!).
Ricordo che mio papà le mangiava spesso. Non era un gran mangione, anzi… Le cose che gli piacevano si contavano veramente sulle dita di una mano o forse due e tra queste c’erano le pietanze tipiche della Puglia, la sua terra di origine. Quando capitavano quei giorni in cui mia mamma non trovava niente che lui avesse voglia di mangiare, sfinita, gli faceva la domanda per l’ultima volta: “allora, cosa vuoi mangiare?” e lui allora rispondeva: “e dai, fammi ‘na frisa”.



Ingredienti:

1 grossa frisella
Pomodorini
Olio evo (meglio se pugliese!!)
Origano
Sale
Olive verdi
Melanzane sott’olio a filetti
Qualche foglia di rucola

Tuffare la frisella in un piatto colmo di acqua, ma estrarla quasi subito. Serve per ammorbidirla, ma non bisogna esagerare altrimenti da dura diventa una pappa molle!
Lavare e tagliare i pomodorini a metà se sono piccoli oppure a tocchetti se sono più grandi e condirli con olio evo, sale, origano.
Disporre sulla frisella i pomodorini con l’olio e la loro acqua di macerazione (mio papà non preparava i pomodori così, lui spremeva i pomodorini sulla frisella e poi li sminuzzava e li appoggiava sulla frisella e dopo faceva un bel giro di olio evo – pugliese! – origano e il resto).Aggiungere gli altri ingredienti scelti, nel mio caso olive verdi, melanzane sott’olio e rucola.

Mia madre spesso aggiunge ai pomodorini il tonno, oppure filetti di acciughe, ma io sono intollerante al pesce, quindi…

sabato 13 giugno 2009

Tarte Tatin




L’ho già detto che sono “leggermente” stanca fisicamente e psicologicamente, vero???
Si, credo di si… Però nonostante questa specie di astenia appena ho un attimo libero mi butto sui fornelli (in senso figurato, s’intende!!) invece di lanciarmi sul letto.
Credo sia una valvola di sfogo molto efficace. Mi rilassa, mi distrae leggermente dal caos del mio quotidiano e mi permettere di esprimere un pochino della mia creatività.
E ammetto che anche il mio ego è appagato nel constatare che il mio piccolo blog sta ottenendo consensi… Si, perché anche sei i lettori ufficiali sono pochi, so che ci sono delle persone che mi seguono in maniera silenziosa. Sono alcuni amici che hanno scoperto del mio blog attraverso i commenti quotidiani che scrivo sulla mia pagina di Facebook e incuriositi, sono passati di qua a fare un giretto per poi farmi tanti gentili e piacevoli complimenti! A volte mi stanco anche in cucina e rischio di perdere pure la pazienza quando le cose non vengono come dico io, ed è il caso della follia culinaria che mi vede protagonista in questi giorni, ma non avendo ancora gettato la spugna del tutto non è ancora il caso di parlarne... ora invece…

…Mesdames et messieurs… aujourd’hui a vous… la Tarte Tatin (aux pommes)!!



Esatto, ancora un dolce francese, ma soprattutto ancora le mele come ingrediente principale!!
Sopportate ancora, quando deciderò di accantonare le mele per un po’, magari comincerò col filone delle pere o qualcosa d’altro. Staremo a vedere.



Dopo una selezione delle varie ricette in rete anche questa volta ho scelto quella di Giallo Zafferano (con alcune piccole modifiche) da cui è stato tratto testualmente anche questo trafiletto dedicato alla storia della Tarte Tatin:

“La Tarte Tatin è un classico dolce della tradizione francese nato all'inizio del secolo grazie all'inventiva delle sorelle Carolina e Stephanie Tatin albergatrici a Loret-Cher, in Francia.
In realtà sembra che, come di solito accade, questa buonissima torta sia nata a causa (sarebbe meglio dire per merito) di uno sbaglio.
Le due sorelle Tatin, avevano nell'albergo due ruoli diversi, mentre la giovane Carolina si occupava di accogliere i clienti, Stephanie, cuoca provetta, si occupava della cucina: in particolar modo era apprezzata la sua buonissima torta di mele.
La leggenda narra che, un giorno in cui l'albergo era pieno di cacciatori che aspettavano di poter pranzare, Stephanie si accorse di non aver preparato la sua torta di mele; senza farsi prendere dal panico corse in cucina, imburrò e cosparse di zucchero una tortiera, ci mise dentro le mele e la infornò.
Solo dopo si rese conto di non aver foderato la tortiera con la pasta briseè!
Ancora una volta Stephanie prese in pugno la situazione, ricoprì la tortiera con un solo strato di pasta e rimise tutto in forno.
La storia finisce, naturalmente, con il lieto fine: infatti terminata la cottura, Stephanie rovesciò la torta su un piatto e la portò in sala dove fù letteralmente divorata.
Era nata così la tarte tatin!
Successivamente, visto il discreto successo riscosso, la tarte tatin fu adottata dal celebre ristorante parigino Maxim's che ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia.
Oggigiorno è uno dei dolci più amati in Francia ed è immancabile nelle Brasseries e nei ristoranti, dai più modesti ai più lussuosi.”



Ingredienti:
4 mele molto grosse (preferibilmente farinose)
1 rotolo di pasta sfoglia (qualcuno usa la brisée)
50 gr burro
80 gr zucchero
½ cucchiaino circa di cannella

Sbucciare e tagliare le mele a spicchi (8 per ogni mela).Sciogliere in una padella il burro a fuoco lento e aggiungere lo zucchero.
Far caramellare un po,' aggiungere le mele e lasciar cuocere per circa 10 minuti.
Lasciare raffreddare per 20 minuti.
Riscaldare il forno a 250°.
Appena le mele si saranno raffreddate, trasferirle in una tortiera da crostata col loro liquido di cottura e disporle a raggiera.
Stenderci sopra la pasta sfoglia e mettere il tutto in forno per 25 minuti circa.
Quando la pasta sfoglia inizia a gonfiarsi un po' abbassare il forno a 200° e continuare la cottura.
Terminata la cottura, tirare fuori la tarte tatin e capovolgerla immediatamente su un piatto o un vassoio e, volendo, spolverizzarla con zucchero a velo.



mercoledì 10 giugno 2009

Clafoutis aux cerises




Nel caso qualcuno si fosse preoccupato sulle mie condizioni di salute e sulla mia imminente visita dal medico di base, eccomi qui a fare un veloce bollettino medico.
Come prima istanza (che poi in realtà non è proprio la prima) il dottore esclude un vero problema fisiologico, ma crede che la natura dei miei disagi, chiamiamoli così, sia dovuta ad un’alimentazione da correggere (!!!) e ad una componente di stress che sguazza in questa situazione.
Per lo stress lui non ci può fare gran che, bisogna che inizi a girare la ruota della fortuna pure per me così posso tranquillizzarmi un po’…
Per la questione dell’alimentazione mi ha raccomandato di bere moltissimo, mangiare più verdura, evitare legumi e frutta zuccherina e limitare il consumo di dolci e zuccheri… cosa?????
Effettivamente io evitavo la verdura pensando di alleggerire il problema e invece… allora mi impegno solennemente a mangiarne di più tanto mi piace, ma questa cosa di limitare frutta zuccherina e soprattutto i dolci proprio non mi va giù… come faccio??
Io ho una lista di torte e dolcini da preparare… allora facciamo così, io li preparo lo stesso, ma ne mangerò poco per volta…

E neanche a farlo apposta oggi parlerò di un dolce con all’interno della frutta zuccherina, le ciliegie…
Mia madre ha afferrato al volo un bel cestino di ciliegie appena è riuscita a trovarne a prezzi decenti… e giusto il tempo di fargliene assaggiare una manciata così da sole che ho sequestrato il tutto per trasformarlo in un bel dolce di origine francese.



Il Clafoutis aux cerises è tipico della zona francese del Limousin e il nome deriva dal verbo “clafir” che vuol dire guarnire, riempire.
La ricetta originale prevederebbe l’utilizzo delle ciliegie intere perché la presenza del nocciolo darebbe più gusto oltre a ridurre la fuoriuscita di liquidi in fase di cottura.
Io ho snocciolato le ciliegie perché non avrei potuto pensare di mettermi a mangiare il dolce ed eliminarne i noccioli nello stesso tempo… scomodo e pure poco elegante!


La ricetta è tratta da “Cucina Moderna” di Giugno 1997.

E’ possibile realizzare il dolce utilizzando al posto delle ciliegie altri frutti, ma in quel caso il dolce prenderà il nome di “Flognarde”.




Ingredienti:500 gr ciliegie
100 gr zucchero
125 gr farina
3 uova
3 dl latte
Burro
Sale

Lavare le ciliegie, snocciolarle.
Sistemarle su un piatto, spolverarle con 50 gr di zucchero e farle riposare per 10 minuti.
Imburrare abbondantemente uno stampo da crostata e distribuire sul fondo le ciliegie.
Setacciare la farina in una larga terrina e aggiungere un pizzico di sale.
Incorporare alla farina lo zucchero rimasto e mescolare con cura con un cucchiaio in modo da amalgamare alla perfezione gli ingredienti.
Sgusciare le uova in una ciotola e sbatterle con una forchetta.
Versarle lentamente nel composto di farina.
Scaldare il forno a 180°.
Sempre sbattendo con una forchetta versare a filo il latte freddo.
Lavorare accuratamente il composto fino a renderlo perfettamente omogeneo ma fluido.
Rovesciare il composto di uova e farina sulle ciliegie nello stampo.
Se si sta usando uno stampo in silicone fare attenzione perché il composto è molto liquido!
Mettere in forno già caldo per 40 minuti circa.
Servire il dolce tiepido.




sabato 6 giugno 2009

Plum-cake alla frutta (in crosta)



Che giornata tremenda… dalle prime ore della mattina sono stata in preda all’ennesimo malessere generale che parte col consueto mal di pancia a cui poi si aggiunge la spossatezza. Il tutto con un bel contorno di agitazione nervosa che mi toglie il fiato perché ho da fare mille cose e non riesco a farle se sto così…
Lo so, devo andare dal dottore, ma spesso il miglior medico siamo proprio noi stessi!
Quello di cui sono sicura è che la componente di stress di questo periodo interminabile gioca sicuramente una parte importante su questi malesseri, quindi basterebbe ritrovare un minimo di tranquillità e di serenità per notare un miglioramento…
Staremo a vedere… Sta di fatto che oggi sono andata al lavoro accompagnata dalla mamma… Visto che pensavo di poter cadere da un momento all’altro (fortunatamente era solo una sensazione) ho ritenuto opportuno avere il supporto fisico e morale della santa donna!

Fortunatamente questa faticosa (e ventosa) giornata ha avuto un momento positivo, che per molti sembrerà un’inezia, ma per me è stata una bella sorpresa…






Praticamente qualche settimana fa avevo preparato questo dolce, che si è rivelato buonissimo nonostante non ne fossi convinta durante tutto il processo di preparazione e cottura. Ho fatto come di consueto le foto, ho scelto quelle da inserire nel blog, le ho un minimo sistemate, ho aggiunto il “marchio di fabbrica” (il nome del blog e il titolo del dolce) e le ho caricate nel nuovo post… Peccato però che al momento di trascrivere la ricetta mi sono accorta di aver perso… la ricetta stessa!!
Una tragedia…
Io non mi ricordo mai a memoria in maniera precisa gli ingredienti soprattutto quando sono tanti e con dosi differenti e, siccome io sono la Signora Precisetti, non potevo proprio pensare di postare una ricetta che ho fatto seguendo le dosi alla perfezione con delle indicazioni sommarie…
E così, nervosissima, mi stavo quasi arrendendo al destino di non poter inserire nel blog questo dolce, quando all’improvviso ieri sera, mentre sfogliavo una rivista abbandonata per casa ci trovo dentro un foglietto spiegazzato ed era proprio lei, la ricetta!!! Felicità!!!!!!

E io che credevo di aver guardato ovunque… Ma tanto lo so che a casa mia non si perde niente, ogni tanto qualche oggetto si nasconde temporaneamente per poi tornare a fare capolino quando meno me lo aspetto!





Ma torniamo a noi, i dolci con la frutta mi piacciono parecchio e questo prevedeva inoltre l’idea carina di essere a forma di plum-cake racchiuso in un guscio di pasta frolla.
La ricetta proviene da un vecchio ritaglio di giornale, ma non saprei dire con certezza di quale pubblicazione si trattasse, forse “Io Donna” allegato de La Repubblica di qualche anno fa.
Non contenta della frutta già prevista dalla ricetta ho deciso di aggiungere anche delle belle fragole.
Come dicevo prima, sia in fase di preparazione che osservando la cottura attraverso lo sportello del forno non ero per niente convinta della riuscita. A cottura ultimata la situazione non era cambiata: l’interno sembrava essere ancora molliccio e crudo… Però una volta raffreddato la felice sorpresa: era buonissimo!!!!






Ingredienti:

300 gr circa di pasta frolla (la ricetta è qui)
50 gr uvetta sultanina
125 gr burro
150 gr zucchero
100 gr farina
60 gr amido di mais
2 uova intere
2 mezze pesche sciroppate
100 gr ananas al naturale
150 gr. (circa) fragole

In una ciotolina piena di acqua calda rinvenire l’uvetta.
Montare il burro a temperatura ambiente con lo zucchero, poi incorporare la farina, l’amido di mais e le 2 uova intere.
Sgocciolare e tagliare a tocchetti le pesche, l’ananas e le fragole.
Asciugare il tutto con carta da cucina, infarinare insieme all’uvetta ed eliminare successivamente la farina in eccesso scuotendo leggermente la frutta in un setaccio.
Unire la frutta al composto.
Versare il tutto in uno stampo da plum-cake imburrato, infarinato e ricoperto dalla pasta frolla stesa.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti circa (o comunque fino a che la pasta frolla sia leggermente dorata).
Dopo circa 20 minuti di cottura praticate un taglio centrale nel senso della lunghezza.


 



giovedì 4 giugno 2009

Torta di mele all'antica



Come anticipato in un precedente post, per la grigliata fatta domenica scorsa all'Idroscalo, avevo fatto due torte. Una era la crostata con la marmellata di limoni della Compagnia del Cavatappi la cui ricetta si può trovare qui.
La seconda è forse la più classica delle torte di mele... non per niente è stata chiamata Torta di mele all'antica ed è tratta da un numero d'epoca ormai di Cucina Moderna... risale infatti al 1996!!!
E riprende il filone di sperimentazioni sulle torte di mele che avevo iniziato tempo fa. E ovviamente non sarà neanche l'ultima!




La ricetta prevedeva l'utilizzo di una tortiera di 22/24 cm, ma essendone ancora sprovvista (mi si è deformata irreparabilmente la tortiera a cerniera di 24 cm qualche mese fa e non sono ancora riuscita a sostituirla) ho utilizzato una da 18 cm.



Questo dettaglio in abbinamento a questo lievito fenomenale acquistato al Lidl









hanno fatto si che la torta crescesse abbondantemente in cottura rendendola parecchio alta!

L'impasto molto sodo poi ha permesso alle mele a pezzi di distribuirsi bene dappertutto, ma soprattutto a quelle a fettine di rimanere bene in superficie, mentre solitamente la frutta mi è sempre affondata adagiandosi puntualmente sul fondo in fase di cottura.
Il sapore è molto delicato e non troppo dolce. Adatta a chi ama i dolci semplici semplici.
Ideali poi per essere trasportati in occasione di gite fuori porta come in questo caso.


Ingredienti :
4 mele grandi (o 5/6 piccole) renette o eventualmente golden delicious
250 gr farina
130 gr burro
2 uova
150 gr zucchero
1 bustina di lievito
5 cucchiai di latte (io ne ho usato qualcuno in più)
un cucchiaino di buccia grattuggiata di un limone non trattato
2 cucchiai di granella di zucchero
1 pizzico di sale
Imburrare lo stampo prescelto (26 cm, ma io ho usato uno da 18).
Sbucciare le mele, tagliarne metà a tocchetti e metà a fettine.
Lavorare 100 gr di burro morbido con lo zucchero.
Unire i tuorli, la farina setacciata e un cucchiaino di scorza di limone grattuggiata.
Mescolare bene e aggiungere il lievito prima stemperato nel latte.
Montare gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale.
Se l'impasto risulta ancora troppo compatto, aggiungere del latte.
Incorporarli a cucchiaiate, mescolando delicatamente dall'alto al basso per non smontarli.
Versare il composto nello stampo e affondare i tocchetti di mela.
Sistemare sulla superficie della pasta le mele tagliate a fettine.
Spennellate col il burro fuso rimasto e completate con la granella di zucchero.
Cuocere in forno caldo a 180 gradi per circa 45 minuti.







martedì 2 giugno 2009

Crostata alla marmellata di limoni (della Compagnia del Cavatappi)




Domenica scorsa abbiamo fatto, come da programma organizzato giorni prima, una grigliata all'Idroscalo di Milano, con amici milanesi e gli zii venuti dal Piemonte.
Inizialmente non avevo una grande voglia, perchè sono sempre in attesa della domenica per fare le mille cose che ho in arretrato, prima fra tutte dormire, e qualsiasi attività fuori casa mi sembra un lusso che non posso permettermi in questo periodo (che dura ormai da mesi, se non addirittura da almeno un anno e mezzo).
Però pensandoci bene, ad una grigliata non si può dire di no... e se alla griglia c'è mio zio Vincenzo poi, il successo è garantito...
La sua è una vera e propria specialità... Così nella divisione dei compiti, in modo che ognuno portasse qualcosa di pronto oltre la carne da arrostire, a me come al solito, è toccato il piacevole compito del dolce.




Diviso in due sere, gli unici momenti liberi. Avevo pensato ad una crostata di marmellata, semplice, facilmente trasportabile e di sicuro effetto. E poi avevo da provare la Marmellata di Limoni della Compagnia del Cavatappi che ho ricevuto da qualche settimana insieme ad altri prodotti e di cui ho parlato qui.



Peccato però che al momento di preparare la frolla mi sono accorta di avere poco burro a disposizione e quindi invece della classica tortiera da 26 cm ho utilizzato una più piccola da 18 cm... Però a questo punto era proprio piccolina per 8 persone golose... così ho pensato di fare un'altra torta, ovviamente diversa, sempre di quella dimensione, ma di questo ne parlerò in un prossimo post.
La crostata contro il mio iniziale scetticismo è venuta divinamente e ha riscosso un grande successo. Il merito è dell'abbinamento veramente azzeccato tra la dolce, ma non stucchevole frolla (nella versione ormai collaudata di GZ che continuo ad utilizzare) e la deliziosa marmellata di limoni del Cavatappi, aspra al punto giusto da non lasciare l'amaro in bocca e di una consistenza quasi liquida da rimanere sempre morbida anche dopo la cottura. Ovviamente va benissimo accostare anche altri tipi di marmellata o crema al cioccolato o ricotta o... quello che si vuole!




Ah, quanto alla grigliata, è andata bene, anche se potevamo essere in un prato qualsiasi (senza dover necessariamente fare 20 minuti di tangenziale) perchè dal punto dove eravamo di Idroscalo non se ne vedeva per niente... Inoltre c'era una folla esagerata e ieri avevo pure una serie di dolori diffusi dovuti alle posizioni scorrette tenute stando seduta e sdraiata per terra tutto il giorno...
Per il rispetto della privacy (!!!) dei partecipanti e per non andare off topic eviterò di postare le foto dell'allegra brigata e per mantenere un pò di decenza non metterò la mia foto in cui con un cappello di paglia stile cow-boy ho fatto una foto in posa da Charlie's Angels...
Mi limiterò a inserire solo le foto dei due ospiti a quattro zampe: il mio Joy, sempre con me e la nuova arrivata in casa dei nostri amici: Bijou, neanche due mesi di vita, ma già vispa e intelligentissima!





Ingredienti:
1/2 dose di pasta frolla (ricetta qui)
marmellata di limoni della Compagnia del Cavatappi (circa 2/3 terzi del vasetto da 360 gr)
burro e farina qb per la tortiera
zucchero a velo qb per spolverizzare
Preparare la frolla come da ricetta (anche la sera prima) e mettere a riposare in frigo almeno mezz'ora. (Se preparata la sera prima, togliere dal frigo almeno un'oretta prima)
Stendere 2/3 circa della pasta in una sfoglia di circa 5 mm e foderare una tortiera di circa 18 cm di diametro precedentemente imburrata e infarinata.
Farcire con la marmellata (nel mio caso di limoni, ma va bene anche di altro tipo. Nel caso fosse una marmellata troppo compatta, diluire con poca acqua).
Con la pasta frolla avanzata creare delle strisce col coltello o con il rullo zigrinato (o altro tipo di decorazione magari con dei tagliapasta) e apporle sulla torta per formare la classica griglia.
Infornare a forno preriscaldato a 170/180 gradi per circa mezz'ora (dipende dal forno, il mio è sempre iperveloce), comunque finchè la pasta diventa leggermente dorata.