A scrivere è quello che resta di me. Si perchè benchè io fossi sicura di avere tutte le armi in pugno per resistere, forte anche del fatto che negli ultimi due anni per la prima volta nella mia vita non ho avuto nemmeno un raffreddorino di un giorno, la maledetta influenza quest'anno mi ha già colpito. E all'improvviso pure.
A questo punto se non volete essere annoiati a morte dalle mie lamentele vi autorizzo a saltare a pié pari questi primi due paragrafi... Per i più caritatevoli che invece vogliono essere partecipi delle mie sventure e darmi una parola di conforto, dico già grazie da subito.
Aspettavo come ogni settimana la domenica con gioia per potermi riposare e questa settimana poi ero maggiormente contenta perchè questo lunedi mattina (la mezza giornata di chiusura settimanale) non avevo niente di urgente da sbrigare quindi avrei avuto ancora più tempo per dormire e fare pulizie... e invece programma rimandato...
Se devo essere sincera non so se si tratti della famigerata e tanto temuta influenza A o di un normale malanno di stagione, posso solo dire che i sintomi non sono proprio quelli della suina, ma sono comunque atipici per me... infatti io sono cresciuta col raffreddore... quindi l'influenza per me è quella. La febbre credo di averla avuta due o tre volte al massimo e una di quelle è stata quando lavoravo in Egitto, quindi non per l'influenza stagionale...
Stavolta invece ho cominciato sabato sera con un solletico alla gola accompagnato da una tosse stupida. Domenica si è aggiunto mal di testa e febbre a 38,5. Però assolutamente nessun dolore muscolare, nè stanchezza. Per assurdo mi sentivo meno stanca del solito... Oggi il mal di testa è passato, ma ho aggiunto mal di pancia e nausea... Insomma se è influenza A è in forma leggera...
Tutta questa cosa per dire che la parte più importante è data dalla mia ipocondria... si perchè da qualche tempo a questa parte la mia parte forte e indistruttibile ha lasciato il posto a questa componente tipicamente maschile che mi fa avere il terrore di qualsiasi malattia e mi fa ingigantire ogni piccolo malessere...
Comunque visto quello che si sente in giro a proposito del vaccino (cioè che sia addirittura fortemente nocivo a causa di un suo componente) io ho rafforzato la mia avversione verso questo genere di cose e mi sto curando a posteriori solo a suon di Tachipirina, thé caldo, piumone....
La nota dolente è che oggi sono rimasta a casa dal lavoro e per chi lavora in proprio anche un giorno di chiusura è un danno.
Ecco da qui inizia il post vero...
Siccome nel periodo tra settembre e ottobre impazzavano nei blog le varie preparazioni della "focaccia (o stiacciata, o schiacciata) con l'uva" fiorentina, allora ho pensato che fosse il caso di cimentarmi in questa cosa.
Primo perchè ho sempre amato la focaccia dolce, specialità che ho sempre mangiato solo in Piemonte dai miei zii (e che mia zia mi fa trovare sempre o quando vado da lei o quando lei viene a Milano) e poi perchè mi piaceva l'idea di utilizzare l'uva in un dolce diverso dalle classiche tartellette alla frutta.
Ho deciso di seguire la ricetta di Paoletta per avere la certezza di un risultato di successo.
Ho applicato come unica variazione agli ingredienti quella di aver utilizzato l'uva bianca, magari non la più adatta, ma era quella che avevo in quantità industriali in casa e non mi andava di andare a comprarne altra.
Ecco, nonostante questo, come già è intuibile dalle foto, il risultato è stato talmente insoddisfacente da potersi candidare all'eventuale seconda edizione del famoso "disaster award" creato da Alex...
Avrei potuto fare la splendida e non pubblicare questa ricetta, limitandomi a postare solo quelle ben riuscite (e ne ho ancora tante in archivio), ma credo che anche la cucina come la vita vada presa con un pizzico di autocritica e di autoironia... e poi dagli errori si impara, no?
Il problema è stato innanzitutto la pasta, nel senso che non riuscivo a tirarla in maniera corretta per poter foderare la teglia di giuste dimensioni. Il fatto che la teglia fosse poi oliata ha complicato il tutto... Più la tiravo e più si ritirava... (dove ho sbagliato??)
Allora mi viene in mente di fare una genialata: se la pasta non si adatta alla teglia, adatto la teglia alla pasta... Così ho adagiato la pasta su una teglia più piccola col risultato che in cottura è cresciuta come un panettone!!! Cuocendo però bene nella parte esterna, ma poco nella parte interna...
In ultimo ho reputato troppa, sbagliando, l'uva indicata da Paoletta e ho quindi pensato di ridurre la quantità... così alla fine c'era una quantità esagerata di pasta e poca uva.
Siccome odio buttare il cibo, ancora di più quando è frutto della passione e del lavoro delle mie mani, e visto che il sapore era comunque buono, ho mangiato la parte cotta facendo degli scavi archeologici...
Riporto la ricetta e il procedimento come Paoletta consiglia...
Ingredienti:
400 gr di farina 0
10 gr di lievito di birra fresco
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
1 cucchiaino raso di sale
4 cucchiai di zucchero
270 gr di acqua circa
1 kg di uva nera da vino
6 cucchiai di zucchero
olio extra vergino d'oliva
semi d'anice a piacere (Io e Paoletta ce li siamo dimenticati)
Sciogliere il lievito in metà dell'acqua, e lo zucchero nell'altra metà.
Versare poi la farina, il sale, lo zucchero e l'olio in una grossa ciotola, e, usando un cucchiaio, impastare brevemente con l'acqua, il lievito e lo zucchero, giusto il tempo per amalgamare gli ingredienti, in pratica senza impastare.
Mettere in frigo per 12 ore a non meno di 6°e non più di 8°.
Dopo 12 ore tirare fuori l'impasto, lasciarlo circa 2 ore a temperatura ambiente, rovesciatero sulla spianatoia infarinata, e fate le pieghe del 1 tipo, spiegate
Mettere in frigo per 12 ore a non meno di 6°e non più di 8°.
Dopo 12 ore tirare fuori l'impasto, lasciarlo circa 2 ore a temperatura ambiente, rovesciatero sulla spianatoia infarinata, e fate le pieghe del 1 tipo, spiegate
Lasciare riposare i soliti 20 minuti coperto da un canovaccio umido, prima di procedere a stendere l'impasto.
Se non si vuole usare il procedimento sopra (come ho fatto io e magari è stato proprio questo il mio errore???), impastare gli stessi ingredienti sulla spianatoia una decina di minuti, lasciare lievitare circa 90 minuti, e procedere a dividere direttamente l'impasto.
Prendere ora la parte dell'impasto più grande e stenderlo con le mani unte in una teglia ben oliata grande circa 30x38 cm. avendo cura di lasciare i bordi alti.
Rovesciarvi sopra 700 gr dell'uva totale, cospargere con 3 cucchiai di zucchero, dare un giro d'olio.
Stendere ora il rimanente 1/3 di impasto e posarlo con cura sull'uva.
Ripiegare sopra questo i lembi della pasta sottostante, avendo cura di sigillare bene. Decorare sopra con l'uva rimasta, spolverizzarla con altri 3 cucchiai di zucchero, un altro giro d'olio, semi di anice (a piacere) e, solo ora, accendere il forno a 180/200°.
Non appena questo raggiunge la temperatura, infornare la schiacciata per un'ora circa, o comunque fino a che è bella dorata e l'uva rilascerà un po' del succo succo dando alla schiacciata il tipico aspetto lucido, morbido e succoso.
Ottima anche il giorno dopo!