"Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia."
(Harriet Van Horne)


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mercoledì 30 novembre 2011

Torta Arlecchino


Sono tra le poche mosche bianche a non avere un abbonamento alla pay tv.
Fino a qualche tempo fa ero troppo impegnata col negozio e in quelle due ore serali prima del crollo sotto le coperte avevo sempre troppo da fare per poter godere al meglio di tutti quei canali.
Quindi ho vissuto tranquillamente con la misera offerta della tv analogica anche perché il più delle volte la tenevo accesa solo per compagnia, dedicando la mia attenzione al pc, ad un libro o ad altre faccende.
Poi è arrivato il digitale terrestre e con lui alcuni disagi, ma anche alcuni, pochissimi canali che potrebbero per me bastare a giustificare l’accensione della tv.
Mi riferisco a La7d, Cielo e, ovviamente Real Time.
Non a caso i canali con altissima concentrazione di programmi legati alla cucina!
Lo so che ora qualcuno sta pensando che si tratta di puntate già viste con la pay tv e con la pay tv ci sono molti altri canali a tema culinario, ma per ora non se ne fa niente, nessuna parabola all’orizzonte!

Mia madre ormai mi guarda rassegnata ogni qual volta agguanto il telecomando perché sa già che sullo schermo apparirà Simone Rugiati, Gordon Ramsey, Buddy Valastro e altri ancora. Oltre ovviamente al mitico Enzo Miccio, ma non per temi culinari.
Non che a lei non piacciano gli chef sopracitati, ma gradirebbe ogni tanto una variazione sul palinsesto casalingo, invece della mia monotonia!

Sono assuefatta… guardo tutto quello che è cucina. Spesso resto affascinata, prendo appunti e poi tento di replicare le cose viste in tv, altre volte resto basita da alcuni personaggi ormai blasonati nel food world. Della serie, ma proprio cani e porci diventano famosi in questo ambito che va tanto di moda in questo periodo? Se parliamo di soubrettine varie che diventano famose in tv anche senza saper far niente, chissenefrega… è la storia più antica del mondo. Ma quando si parla di cucina, o di danza (che sono le arti a cui sono più vicina) allora mi imbestialisco. Sì, perché la cucina come la danza sono arti di cui bisogna avere rispetto. E maneggiare il cibo con distrazione e senza attenzione ai dettagli è come fare una presa in un passo a due sollevando male la ballerina: è inaudito!
Ovviamente mi sto riferendo ad uno chef in particolare, ma non farò il nome… dico solo che io l’ho soprannominato il “Caciarone” e la scelta di una parola romanesca non è a caso…
Non posso farci niente se non commentare il mio disdegno contro l’apparecchio televisivo nella solitudine delle mia 4 mura.



Tra le trasmissioni che salvo in tutto e per tutto c’è ad esempio "Cuochi e Fiamme" su La7d
Il format è carino e i siparietti del cast sono favolosi... Riccardo Rossi e Fiametta Fadda, adorabili nella loro diversità!
 
Ecco, io non credo che potrei mai partecipare come concorrente ad una trasmissione simile perché non mi piace pensarmi come protagonista di uno show cooking davanti a tutto quel pubblico e ad una giuria, anzi diciamo pure che non amo proprio essere guardata da nessuno mentre cucino. Spesso caccio via pure mia madre! La cucina è qualcosa di intimo per me. Però amo condividerne i frutti con gli altri.
E poi che dire dei tempi? Io sono lenta, l’ho sempre confessato. Potrei velocizzare i miei tempi, ma le cose fatte di fretta mi mettono l’ansia, quindi finchè la mia cucina rimane una passione per deliziare me e le persone che mi stanno vicino posso prendermi (nei limiti del possibile) i tempi che meglio credo. Certo che se dovessi farlo per lavoro allora sarebbe diverso e mi adeguerei alle esigenze del caso.




P.S.: il testo qui sopra è stato scritto un paio di giorni fa. Qualche ora dopo, stavo facendo un giretto nella pagina Facebook di Simone Rugiati e caso vuole che avesse appena scritto un post che esprimeva la sua perplessità circa il “Caciarone”, lo chef maldestro di cui sopra…
E se lo dice anche Simone che è sicuramente più esperto di me… Mi basta comunque questa favolosa coincidenza di tempi e di contenuti…


Ecco quindi una nuova preparazione dolce a base di zucca tratta dal primo libro de “La Grande Pasticceria” dell’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani dedicata a torte e crostate edita da Mondadori.



Ingredienti:

500 gr zucca
40 gr burro
50 gr zucchero
3 uova
100 gr zucchero a velo
50 gr fecola di patate
50 gr farina 00
1 limone non trattato
2 cucchiai di mandorle a filetti
4 cucchiai di marmellata di arance
Codette di zucchero colorate

 
Procedimento:
Eliminare la scorza alla zucca e tagliare la polpa a dadi.
Cuocerla col burro e lo zucchero in una casseruola, fino a quando non sarà tenera (circa 15 minuti).
Sgusciare le uova raccogliendo i tuorli in una ciotola e gli albumi in un’altra.
Unire ai tuorli lo zucchero a velo e montarli con le fruste elettriche finchè il composto sarà soffice e spumoso.
Montare gli albumi con un pizzico di sale a neve fermissima, aggiungerli al composto di tuorli e zucchero mescolando con delicatezza dal basso verso l’alto.
Unire in piccole quantità la fecola e la farina setacciate insieme, sollevando ancora l’impasto con un cucchiaio dal basso verso l’alto.
Aggiungere la scorza grattugiata del limone, incorporare la zucca e le mandorle.
Porre quindi l’impasto in uno stampo di 22 cm di diametro imburrato e infarinato e cuocere in forno già caldo a 180° per circa 40 minuti.
Una volta raffreddata e sformata la torta stendere sulla superficie uno strato fine di marmellata e cospargere con le codette.



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