"Cucinare è come amare... o ci si abbandona completamente o si rinuncia."
(Harriet Van Horne)


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giovedì 29 gennaio 2009

Pan de Mej (o Pan Meino)

Ecco che come mia consuetudine sono in ritardo... sia di persona a qualsiasi appuntamento che ora col blog... Infatti ho almeno 4 ricette in stand-by che aspettano di essere postate, ma il tempo è tiranno diceva qualcuno... Farò finta che la cosa sia voluta, o meglio che io stia già seguendo le orme delle mie nuove amiche blogger che ammettono di non postare "in tempo reale", ma di avere un archivio di ricette e foto da inserire nel blog quando si trova un attimo (o un pc, vero Babs?) libero!

Ma andiamo allora a introdurre la ricetta di oggi...

Spesso quando mi presento a qualcuno una delle cose che dico è che mi piace essere una "mezcla", parola che in spagnolo indica una mescolanza, una fusione di provenienze geografiche diverse, infatti io sono nata e cresciuta a Milano da madre siciliana e padre pugliese... Se a questo aggiungiamo che ho parenti anche a Napoli e in Calabria e frequentazioni di anni di amici latinoamericani capite come tutto ciò possa influire anche sulla mia cucina.

Oggi è la mia parte "lumbarda" a presentare questo dolce tipico della tradizione della mia regione, che a dire il vero ho assaggiato per la prima volta solo pochi mesi fa dal panettiere a fianco al mio negozio. Seppur buonissimo, non credo sia molto giustificato il poco onesto prezzo di circa 2 euro cadauno proposto dal suddetto panettiere... anche considerando che gli ingredienti e la preparazione sono molto semplici!

La ricetta l'ho presa da uno dei miei punti di riferimento: http://www.giallozafferano.it/ , così come questa breve storia del Pan de Mej:
"Il pan meino (o pan de mej), è un tipico dolce Lombardo; il suo nome deriva dalla parola miglio, ingrediente molto usato in antichità e che, mischiato ad altre farine, serviva per produrre il pane.Con il tempo, il normale pane di miglio, si trasformò in un delicato dolce zuccherato che, secondo la tradizione, veniva preparato il giorno di San Giorgio (23 aprile per il calendario ambrosiano), data antica in cui si stipulavano i contratti per la fornitura di latte tra mandriani e lattai.Il giorno di San Giorgio, data in cui fiorivano i sambuchi, si solennizzava quindi l’antico patto preparando il pan de mej cosparso di fiori di sambuco e i lattai, per l’occasione, regalavano ai propri clienti la panna liquida per accompagnare questo delizioso dolce, abitudine che continuò a persistere nel tempo."

Ingredienti per circa 10 Pan de Mej:
150 gr burro
200 gr farina 00
300 gr farina di mais fioretto
1 bustina di lievito in polvere
1 pizzico di sale
fiori di sambuco (facoltativi, si trovano in erboristeria)
3 uova di gallina medie
1 bustina di vanillina
150 gr zucchero
zucchero al velo

Sciogliere il burro in un pentolino a fuoco basso e lasciarlo raffreddare.
Intanto sbattere le uova con lo zucchero e la vanillina con una frusta o meglio un robot e poi aggiungere il burro freddo e il sale.
Trasferire in una ciotola molto capiente e unire le due farine mischiate e passate al setaccio.
Mescolare dapprima con un cucchiaio di legno e poi passare a lavorare il tutto con le mani fino a formare una palla.
Formare delle palline e poi schiacciarle fino ad ottenere dei cerchi di circa 8 cm di diametro e alti un centimetro.
Disporli sulla placca del forno ricoperta da carta da forno ben distanziati visto che in cottura tenderanno non tanto a gonfiarsi quanto ad allargarsi.
Cospargere con i fiori di sambuco.
Spolverizzare con zucchero semolato e poi abbondante zucchero al velo.
Infornare in forno già caldo a 180 gradi per 20 minuti.
Consigli e considerazioni:- non avendo avuto tempo di girare alla ricerca degli ingredienti perfetti ho fatto a meno dei fiori di sambuco e ho utilizzato una semplice farina di mais (la farina della polenta) che è forse leggermente meno fine di quella fioretto. Credo che a dolce finito la differenza sia stata quella che si sentiva la consistenza della farina di mais normale in bocca, ma io ho addirittura trovato la cosa piacevole;
- dovendo ad un certo punto del procedimento lavorare l'impasto con le mani, seguendo alla lettera le indicazioni io mi sono trovata con un composto troppo appiccicoso così ho aggiunto un quantitativo a buon senso di farina bianca. Il composto è risultato alla fine malleabile al punto giusto e non più appiccicoso. Forse per questo motivo, se proprio devo trovare il pelo nell'uovo, rispetto ai Pan de Mej del mio panificio i miei risultavano leggermente meno morbidi, ma comunque friabili e buonissimi;
- non avendo a disposizione due placche per il forno e non volendo fare due turni di cottura ho fatto l'errore di non distanziare a sufficienza i Pan Meini, che crescendo molto in diametro, si sono praticamente attaccati tutti e a fine cottura avevano quasi formato un dolce unico.
Ovviamente questo non va ad intaccare il sapore, ma solo l'estetica che poi è importante anche per le nostre foto da postare! In effetti nelle foto si vede che i miei Pan Meini per questa disattenzione non sono venuti perfettamente rotondi... ma era la mia prima volta quindi mi si può perdonare!
- dopo aver fatto raffreddare i Pan Meini ho preferito dare un'ulteriore spolverata di zucchero al velo.
- i Pan Meini si conservano benissimo per diversi giorni.

Food Photography... ce la farò?

La food photography mi sta appassionando talmente tanto da dedicarle un post che va ad inaugurare la categoria "non solo ricette" di questo blog. Praticamente un contenitore per le divagazioni sul tema, o meglio sempre in tema cucina, ma non propriamente ricette.
Quando dico che mi sta appassionando è da intendere che sto facendo una scorpacciata di visite a blog di cucina... mi rifaccio gli occhi cercando di carpire idee e sperando di riuscire, prima o poi, anche io a realizzare foto apprezzabili.
E di tanto in tanto rompo il silenzio da spettatrice e chiedo consigli...
A questo proposito ringrazio desperate-houseviz per avermi consigliato di cercare in rete tra i numerosi post sulla food photography. E infatti segnalo subito alcuni link che io ho trovato interessanti (e che sicuramente molti già conoscono):



- http://www.stephanievacher.com/blog/?p=73 (in inglese spiega come fare foto belle anche al ristorante)

L'unica mia criticità è che gli strumenti utilizzati da questi food photographer sono decisamente più professionali di quelli in mio possesso... a partire dalla macchina fotografica per finire con strumenti aggiuntivi come luci, riflettori, pannelli per gli sfondi, ecc.
Purtroppo io non posso munirmi di tutto ciò al momento e continuerò con i miei "poveri" mezzi... tra questi la mia nuovissima, seppur modesta (rispetto alle macchine professionali) macchina digitale CASIO EXLIM EX-S10:

Ringrazio anche Babs per avermi consigliato due programmini free come PICASA e PICNIK (quest'ultimo addirittura non va neanche scaricato perchè si usa on-line).
Ho fatto alcuni esperimenti ed effettivamente ho trovato giovamento e soprattutto una maniera molto più semplice per ottenere gli stessi risultati che con Photoshop avrei ottenuto dopo ore di lotte...
Solo con questi nuovi accorgimenti i risultati mi sembrano già migliori, ma la strada è ancora lunga...

mercoledì 21 gennaio 2009

Risotto al radicchio

Ormai sono entrata nel tunnel dei blog di cucina e ogni giorno controllo gli aggiornamenti dei miei preferiti su Google Reader. E sono sempre più stupita da come le colleghe cooking-bloggers siano puntuali nell'aggiornamento dei loro blogs e mi chiedo, ma come fanno?? Cioè, lavorano part-time, o hanno la fortuna di potersi dedicare a tempo pieno alla fantastica arte della cucina? O più semplicemente sono io che devo aggiungere alle cose da imparare anche una migliore gestione del tempo?
Però che strano, mi sembrava che mi fossero rimaste libere solo un paio d'ore oltre le 7 che dormo... per fare TUTTO!!

Detto questo torniamo in cucina... oggi lo chef consiglia un semplice, ma gustosissimo risotto al radicchio...


Ingredienti:

400 gr di riso
50 gr pancetta a fette
200 gr circa di radicchio rosso
1/2 bicchiere di vino bianco
1/4 di una cipolla
brodo vegetale q.b.
2 noci di burro
parmigiano grattuggiato
olio evo

In una casseruola ampia far imbiondire la cipolla sminuzzata in un filo d'olio evo. Aggiungere il radicchio lavato e tagliato a pezzi. Se volete potete eliminare la parte più estrema della radice che potrebbe rimanere un pò duretta. Lasciate cuocere pochi minuti e poi bagnare col vino fino a ad assorbimento. Salare. Quando il radicchio risulta stufato aggiungere il riso e portarlo a cottura aggiungendo gradualmente il brodo, ricordandosi di mescolare continuamente.
In prossimità della cottura spegnere il fuoco e mantecare con il burro e il parmigiano.

martedì 13 gennaio 2009

Muffin con gocce di cioccolato

Finalmente ce l'ho fatta!
Eh si, da quando ho iniziato a pasticciare in cucina ho avuto tra le mie fisse i muffin!
Semplici, ma complicati al tempo stesso.
Semplici come gli ingredienti base che li compongono, ma complicati soprattutto nella fase di cottura in cui devono gonfiare oltre la misura degli stampini e rimanere soffici.
Sono ottimi in ogni momento anche se sicuramente sono indicatissimi per la colazione ed è saggio sfornarne tanti, non solo perchè il profumino uscito dal forno attirerà i vicini, ma anche perchè si conservano a lungo, magari adagiati in una scatola di latta, ma anche in una vaschetta di plastica con il coperchio.


La ricetta che ho utilizzato è presa dal mitico sito http://www.giallozafferano.it/, così come i brevi cenni storici e descrittivi dei muffin che riporto qui...

"I muffins sono dei tipici e soffici dolcetti americani o inglesi, il cui nome è di origine incerta: ci sono versioni che ipotizzano derivi dalla parola francese “moufflet”, una sorta di pane molto soffice, o da quella Germanica “muffe”, nome di una specie di torta.
Come abbiamo accennato, esistono due tipi di muffin: americano (creato intorno al 1800) e inglese (creato nel X o XI secolo in Galles).
I muffins americani, come quelli inglesi, possono essere dolci o salati, ma vengono preparati con lievito chimico in polvere (o bicarbonato), mentre quelli inglesi sono preparati con lievito madre o di birra."
Ingredienti:
190 gr burro
380 gr farina
250 ml latte
1/2 cucchiano di bicarbonato
80 gr gocce di cioccolato fondente
1 bustina di lievito chimico in polvere
1 pizzico di sale
2 uova intere + 1 tuorlo
200 gr zucchero
1 bustina di vanillina

Accendete il forno a 180°.
Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente e poi sbattetelo (magari con l’aiuto di un robot da cucina) energicamente assieme allo zucchero per qualche minuto, fino a che il composto risulti cremoso.
Rompete le uova in una ciotola e sbattetele con una forchetta assieme al latte; unite il composto (poco alla volta e sempre sbattendo) alla crema di burro e zucchero e continuate fino a quando la consistenza risulterà ben liscia, gonfia e omogenea.
Mischiate e setacciate in una ciotola la farina, il lievito, , il bicarbonato, la vanillina e il sale, e uniteli poco alla volta al composto, fino a che il tutto risulterà cremoso e senza grumi; per ultimo aggiungete le gocce di cioccolato, avendo cura di tenerne qualcuna da parte per decorare la superficie.
Mettete l’impasto a cucchiaiate negli stampi da muffin (o nelle pirottine di carta) preventivamente imburrati e infarinati fino a riempirli per ¾, poi distribuite le gocce di cioccolato tenute da parte, sulla superficie e poneteli in forno per circa 20-25 minuti.
A cottura avvenuta dei muffin, che dovranno risultare dorati, spegnete il forno e lasciateli riposare lì dentro per 5 minuti a sportello aperto, dopodiché potrete estrarli e lasciarli raffreddare completamente.
Consigli e considerazioni:
- durante l'esecuzione il mio impasto si è rivelato troppo duro quindi ho ritenuto necessario aggiungere ulteriore latte, approssimativamente un bicchiere in più
- gli stampini utilizzati possono essere sia questi usa e getta di alluminio che ho utilizzato io, oppure ci sono tante altre possibilità in commercio, fino ad arrivare agli stampi in silicone, soluzione che mi vede un pò scettica per paura di eventuali fuoriuscite di sostanze nocive dal silicone (come provato da alcuni studi)

Varianti:
- mirtilli o pezzetti di frutta (es. albicocche, si trovano già confezionate in pezzetti nel reparto preparati per dolci dei supermercati). In questo caso va ridotta la quantità di burro di 10 gr, va aggiunta la buccia grattuggiata di un limone
- lisci, senza aggiunta di frutta o cioccolato in pezzi, e come sopra, meno burro e la buccia di limone aggiunta
- marmorizzati, dividendo l'impasto a metà: una parte liscia (senza il limone però) e nell'altra viene aggiunto cacao amaro. Al momento di versare il composto nei pirottini verrà prima prima messo l'impasto bianco e poi quello nero.
- con cuore di nutella/cioccolato, si prepara l'impasto liscio senza limone, si versa nei pirottini prima un 2/4 di impasto, poi si mette un cucchiaino di crema al cioccolato/nutella e poi si copre con un altro quarto di impasto
Se e quando realizzerò queste versioni posterò il risultato.

E attendo magari indicazioni di altre versioni possibili.

Mozzarella in carrozza


Un modo semplice (e che mette sicuramente d'accordo tutti, grandi e piccini) per smaltire il pan carré avanzato e che avevamo comprato a Natale per le tartine.
Pur non essendo una preparazione elaborata ci sono dei piccoli accorgimenti da seguire per evitare che la mozzarella del ripieno fuoriesca durante la cottura, oltre ad un minimo di tecnica per ottenere una frittura ottimale.
Ovviamente non si tratta di una preparazione dietetica, quindi chiedo venia a chi ancora sta cercando di smaltire le esagerazioni culinarie post-natalizie!
Questa ricetta è un classico della tradizione campana, e qui propongo una versione che non segue fedelmente il procedimento e gli ingredienti ufficiali, ma il cui risultato è comunque ottimo!

Ingredienti per 4 pezzi:

8 fette di pan carré
1 mozzarella piccola
2 uova
farina q.b.
pan grattato q.b.
acqua fredda q.b.
sale q.b.
olio di semi q.b.

Tagliare a fette sottili la mozzarella. In questo caso ne servono 4 quindi sicuramente avanzerà un pezzetto di mozzarella. Tamponare bene le fette con uno strofinaccio o della carta assorbente per eliminare il latte in eccesso.
Porre una fetta di mozzarella su una fetta di pane e richiudere come un sandwich con un'altra fetta. Andrebbe tolta dalle fette di pane la crosta e io ho sempre fatto così, ma questa volta ho provato a lasciarla per evitare lo spreco di pane, e alla fine il risultato è stato buono, quindi non le eliminerò più.
Per comodità preparare 4 piatti fondi con all'interno i 4 ingredienti in cui "passare" i sandwiches: farina, acqua, uova sbattute col sale, pan grattato.
Procedere infarinando tutti e 4 i bordi del pane per poi passare gli stessi nell'acqua fredda. Questo procedimento crea un sigillo che impedirà alla mozzarella di uscire durante la frittura.
Ora immergere ambo i lati (e anche i bordi ovviamente) del sandwich nell'uovo e poi impanare benissimo nel pane grattato.
Friggere in olio di semi caldissimo fino a perfetta doratura da entrambi i lati, evitando di bruciacchiare.


Varianti:
- il pan carré può essere tagliato con dei taglia pasta a forma circolare per avere la stessa forma delle fette di mozzarella, così facendo pero si avrebbero degli angolini di pane sprecato!
- io consumo il piatto come secondo, anche se in realtà sarebbe più appropriato come antipasto. In questo caso le fette intere di pan carré risultano un pò grandi, quindi conviene tagliarle a metà in diagonale ottenendo dei triangoli.
- il pan carré viene da alcuni sostituito con pane a fette raffermo.
- il ripieno viene spesso arricchito con del prosciutto cotto, ma io credo che sia già sufficientemente ricco così
- nel procedimento c'è chi bagna le fette di pane prima nel latte e poi nell'uovo e salta il passaggio del pan grattato. Io personalmente trovo irrinunciabile il risultato croccante dato dal pan grattato.

Mi considero ancora una principiante sia in cucina che come blogger di cucina e quindi per imparare adoro guardare i numerosi blogs delle "colleghe" cuoche in rete. Dopo tutto molti artisti del passato hanno iniziato ispirandosi, se non addirittura copiando da altri maestri!
Quello che mi lascia puntualmente senza parole, spesso addirittura al pari delle ricette proposte, sono le meravigliose foto dei piatti e resto incantata a guardarle, cercando di capire quanto ci sia di naturale e quanto di corretto da Photoshop! Un pò come quando guardando le foto patinate di una modella perfetta si pensa subito che sia troppo bella per non essere stata ritoccata!
Ho addirittura pensato che in alcuni blog ci sia la mano di qualche fotografo professionista...
E così, io che già amavo le fotografie, ora mi trovo con mia sorpresa ad essermi appassionata anche alle foto con soggetti culinari!
Ad ogni modo mi sono accorta che tra la preparazione del piatto, la realizzazione e elaborazione delle foto (anche solo per siglarle con i titoli e nome del blog), la pubblicazione della ricetta, il blog diventa un vero e proprio (secondo) lavoro!!

Detto questo, annuncio che finalmente ho comprato la nuova macchina fotografica digitale, e già le foto di questa ricetta sono state realizzate grazie a lei... Il risultato è sicuramente migliore di quelle fatte col cellulare, ma sono ancora in fase di test!
Prometto di utilizzare al meglio tutti i 10 megapixel presenti, anche se non so se mai eguaglierò le foto viste negli altri blogs...
Qualsiasi commento e suggerimento è sempre ben accetto!!


giovedì 8 gennaio 2009

Patate e zucchine al gratin leggero

Ecco qui un'altra ricetta semplicissima, economica, ma buonissima.
E anche questa, rubata al quotidiano della mia famiglia, va replicata dosando gli ingredienti con esperienza e gusto personale, senza troppa attenzione alle mie indicazioni.
Vanno bene calde come contorno o fredde anche il giorno dopo o magari per un aperitivo con buffet.


Ingredienti per 4 persone:

4 zucchine non troppo grosse
4 patate medie
8 pomodorini ciliegino
1 spicchio d'aglio
formaggio grattuggiato q.b.
olio di oliva
sale q.b
.

Tagliare a fettine non troppo sottili sia le patate che le zucchine.
Metterle in una teglia unta con 3/4 cucchiai d'olio, insieme ai pomodorini e lo spicchio d'aglio tagliati in due, il sale e cuocere in forno a 200 gradi.
Girare di tanto in tanto facendo attenzione che non si attacchino e se il liquido di cottura si è consumato aggiungere un pò d'acqua.
Quando le patate e le zucchine sono appena cotte, cospargere la superficie di abbondante formaggio grattuggiato e fare gratinare.
Se necessario utilizzare per pochi secondi il grill del forno.



mercoledì 7 gennaio 2009

Delizia alle mele con crema al mascarpone

Visto che l'odiosa neve mi costringe a casa, ho deciso di dedicarmi alla preparazione di una delle tante varianti di torta di mele (sarebbe un'impresa titanica stilare un elenco di tutte le possibili torte di mele... se poi ci si aggiungono anche i dolci di altro genere sempre con le mele come ingrediente principale non si finirebbe più!). Così mi distraggo dalla giornata di lavoro persa e utilizzo la confezione di mascapone avanzata dal tiramisu dell'altro giorno.

La ricetta l'ho presa da Cookaround ed è suggerita da Sara88 a cui faccio i complimenti e che ringrazio perchè è venuta buonissima!
Ho solo ridotto alcuni ingredienti perchè man mano che procedevo mi sono accorta che erano troppi per me.
Ecco la mia versione.


Ingredienti:

Per la base simil frolla:
200 gr. di farina
50 gr. di zucchero a velo
140 gr. di burro

Per la crema:
250 gr. di mascarpone
1 uovo intero
50 gr. di zucchero
1/2 bicchierino di Marsala secco

Per la copertura:
2 mele
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaio di zucchero

Su una spianatoia mescolare la farina con lo zucchero a velo e il burro ammorbidito fino a formare un panetto. Foderare il fondo e i bordi di uno stampo di max 18/20 cm.
Bucherellare leggermente il fondo della pasta e mettere a riposare in frigo.
Nel frattempo preparare la crema mescolando il mascarpone, l'uovo, lo zucchero, il Marsala fino ad ottenere una crema liscia senza grumi.
Riprendere la base dal frigorifero e versare sopra la crema di mascarpone.
Tagliare a dadini le mele, unire lo zucchero e la cannella e versare il tutto sulla crema.
Mettere in forno già caldo a 180 gradi. La ricetta originale prevede di cuocere la torta per 40 minuti, ma a me sono stati necessari almeno 60 minuti.
Una volta sfornata è normale che la crema risulti ancora morbida.
Lasciare raffreddare completamente prima di trasferirla sul piatto.
Spolverizzare leggermente con zucchero a velo e servire.




Le polpette della mamma


Così come il Tiramisù, anche le polpette sono un classico e non solo della cucina italiana.
Solo che io al ristorante non le mangio mai per via di un monito di mia madre... dal momento che gli ingredienti essendo tritati sono difficilmente individuabili, può sorgere il dubbio che il cuoco ci infili dentro anche degli avanzi o cose non proprio di qualità, quindi fuori da casa mia o da altre cucine affidabili io non le consumo!

Propongo qui la ricetta di origine pugliese delle polpette diventate un classico del pranzo della domenica a casa mia.
Al contrario di quanto sospettato per le polpette altrui, a casa mia per le polpette si è sempre usata carne di primissima scelta.




Ingredienti per 4 persone:

500 g di carne di manzo di primissima scelta tritata
2 panini raffermi (meglio se pane tipo michetta)
3 uova intere
2 etti di Grana/Parmigiano (circa)
1 spicchio d'aglio (se piace)
vino bianco q.b.
sale q.b.
prezzemolo q.b.
olio per la frittura


La preparazione è di grande semplicità.
Innanzitutto mettere a bagno nell'acqua il pane almeno per un'ora.
Poi strizzarlo molto bene in modo che resti una poltiglia umida, ma non gocciolante.
Mischiare tutti gli ingredienti con le mani (compreso l'aglio tagliato a pezzettini piccoli se piace) fino a formare un impasto omogeneo. L'impasto non deve essere troppo liquido/appiccicoso altrimenti va stoppato un pò aggiungendo altro pane o altro Grana/Parmigiano ma nemmeno troppo asciutto altrimenti si aggiunge un poco di vino in più.
A questo punto formare delle polpette con le mani avendo cura di schiacciarle leggermente in modo che non siano proprio tonde, ma leggermente appiattite e friggerle in olio ben caldo fino a completa doratura da ambo i lati.


Alcune precisazioni:
- le dosi di alcuni ingredienti non sono precise perchè vale la regola delle ricette tramandate oralmente che spiegavo nella mia introduzione al blog in cui ci si regola con l'esperienza.
- la ricetta originale prevede anche l'aggiunta dei capperi che io ho tolto perchè non mi piacciono proprio!
- nell'indicare l'olio per la frittura, ho appositamente evitato di specificare il tipo di olio perchè pur sapendo che per moltissimi l'olio extravergine d'oliva sia indicato anche per le fritture, a casa mia si è sempre usato quello di semi, trovando troppo forte il sapore dell'olio di oliva usato in frittura. Quindi lascio alla libera iniziativa questo dettaglio.


Come consumare le polpette:
Le polpette possono essere consumate cosi fritte ancora caldissime, ma a me piacciono anche fredde, oppure posso essere tuffate in un sugo di pomodoro fresco o in un ragù acquistando morbidezza. E ancora se realizzate molto piccole si possono aggiungere alla pasta al forno alla messinese.





martedì 6 gennaio 2009

Tiramisu


Apro questo blog il primo giorno del 2009, l’anno che Fox e altri astrologi hanno definito favorevole per la Bilancia, quindi credo sia assolutamente di buon auspicio!
Il motivo per cui il primo giorno dell’anno io sia sveglia di buon mattino e mi metta all’opera in cucina dopo un’assenza prolungata dai fornelli è da ricercare nel fatto che odio i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno e faccio di tutto per tirarmene fuori.
Anche quest’anno ci sono riuscita!! Ho aspettato con la palpebra cadente giusto la mezzanotte per mettere in pratica quella manciata di riti scaramantici come buttare dalla finestra oggetti vecchi a simbolo del (maledetto) vecchio anno che se ne va, mangiare una cucchiaiata di lenticchie e qualche acino d’uva che porta bene. E subito dopo a letto…
In più ho deciso di iniziare proponendo un classico della pasticceria italiana, uno di quei dolci che piace a tutti e che non manca mai in nessun ristorante e nel repertorio culinario di chiunque si sia avvicinato anche di sfuggita ai fornelli. E i miei ospiti hanno gradito!

Quindi mi sembra di aver iniziato questo blog con il piede giusto!

Navigando su internet ho trovato in diversi siti la storia del tiramisu che riporto per chi come me, ha piacere di sapere, ove possibile, da dove ha origine un piatto.
"Affascinante è la storia di questo dolce che nacque proprio in Italia, forse in Toscana, o nel Veneto.
Moltissime sono le leggende legate a questo dolce tanto buono quanto misterioso a cui vennero attribuite grandi virtù afrodisiache.La versione più accreditata della storia del tiramisu colloca la sua nascita verso la fine del XVII secolo.
Il dolce nacque a Siena quando il Granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici decise di trasferisi per qualche giorno nella città. I pasticcieri senesi decisero di realizzare, proprio in onore del granduca un dolce che rappresentasse quelle che erano le caratteristiche del nobile. Doveva essere un dolce "importante" che contenesse al suo interno ingredienti semplici ma gustosi; era importante che fosse sfarzoso e goloso poiché il nobile amava molto le dolcezze. Venne così realizzato l'attuale tiramisù che allora,in onore proprio del granduca fu chiamato "zuppa del duca".
Il nobile apprezzò notevolmente l'abilità dei pasticcieri senesi e il sapore delizioso del dolce e decise di portare così la ricetta a Firenze.
Fu così che la "zuppa del duca" divenne famosa, fino a oltrepassare i confini del granducato per approdare a Treviso e quindi a Venezia.
La leggenda, racconta che divenne il dolce prediletto dai cortigiani, poiché attribuivano proprietà eccitanti e afrodisiache.
Si diffuse l'abitudine di consumarne abbondanti porzioni prima di ogni incontro amoroso. Ed ecco che la "zuppa del duca" cambiò nome e prese quello decisamente allusivo di "tiramisu"."

Ingredienti per circa 10 porzioni:
400 g. di savoiardi
4 tazzine di caffè
1 bicchierino di Marsala secco
400 g. di mascarpone
4 uova
200 g. di zucchero
cacao amaro q.b.
un pizzico di sale

Preparate il caffè, versatelo in una terrina senza zuccherarlo, aggiungete il Marsala e lasciate raffreddare.Nel frattempo preparate la crema al mascarpone come segue. In una terrina montate i tuorli con lo zucchero finchè non diventano chiari. Aggiungete il mascarpone e mescolate alle uova fino ad eliminare tutti gli eventuali grumi. Aggiungete un pizzico di sale agli albumi e montateli a neve fermissima. Aggiungeteli al mascarpone poco alla volta avendo cura di mescolare dall'alto al basso per evitare di smontarli fino a completo assorbimento.
Procuratevi uno o più stampi da plum-cake o eventualmente una teglia coi bordi alti. Cospargete il fondo di crema. Passate velocemente i savoiardi nel caffè per inumidirli in modo che si ammorbidiscano, ma non risultino eccessivamente inzuppati. Fate uno strato e poi coprite abbondantemente con la crema e alternate gli strati di savoiardi e crema fino ad esaurimento dello spazio.
Finite con uno strato di crema e spolverizzate completamente con il cacao amaro passato al setaccio.
Mettete il dolce in frigo e tiratelo fuori almeno una decina di minuti prima di servirlo.

Potrete fare alcune varianti aggiungendo alla crema delle fragole a pezzetti. In questo caso il caffè va sostituito con uno frullato di alcune fragole con lo zucchero.
Oppure invece delle fragole, pezzetti di ananas in scatole e al posto del caffè, lo sciroppo di conservazione del frutto.
Alcuni poi preferiscono ai savoiardi i biscotti secchi, i savoiardi o il pan di spagna, ma io fino ad ora non ho provato con altro. E a seguire, lo zucchero al velo al posto dello zucchero tradizionale, l'aggiunta della panna alla crema e sicuramente ci sono molte altre varianti. Se dovessi sperimentare qualcuna di queste la riporterò qui.

giovedì 1 gennaio 2009

Mi presento...

Mi auto intervisto per descrivere un pò me e questo blog...

- Chi è La Fra?
E' una trentunenne piccola imprenditrice milanese, che lavora quasi ininterrottamente per la riuscita della sua piccola impresa: un negozio di calzature, abbigliamento e accessori per la danza. (per maggiori informazioni visitate il sito del negozio). Per il resto posso dire che sono... una single incallita per scelta della sfiga più che mia... mi accompagno sempre al mio "bambino" Joy: un piccolissimo Yorkshire Terrier di un anno e mezzo. Ho moltissime passioni e poco tempo per praticarle.

- Come mai l'idea di questo blog di cucina?
Amo l'arte praticamente in ogni sua forma, che sia pittura, scultura, letteratura, ma soprattutto danza. Non per niente di quest'ultima ne ho fatto una professione. E la cucina rientra a pieno titolo nelle arti, e tra le mie preferite.
Credo di avere un rapporto passionale con la cucina e quindi mi stuzzicava l'idea di scrivere di questa mia passione, ma allo stesso tempo la considero un'arte talmente sopraffina da temere di non essere abbastanza all'altezza per farlo. Per questo motivo avevo inizialmente deciso di aprire una rubrica di cucina all'interno del mio blog personale, pensando che aprire un blog dedicato fosse un pò presuntuoso per chi come me non è una professionista del settore.

Poi però ho realizzato che relegare una cosa così bella ad una rubrica all'interno di un blog personale fosse quasi una mancanza di rispetto e così, anche complice il fatto che coi blog ci sto prendendo gusto, eccomi qui ad aprirne uno nuovo. Con l'occasione provo anche la piattaforma blogger e devo dire che mi piace!

- Come nasce il nome "El Paladar Feliz" ?
Nasce durante il sonno... eh si, praticamente il blog era già aperto, ma io non avevo ancora un nome... troppo facile chiamarlo "La Fra in Cucina"... Volevo qualcosa di originale, che richiamasse anche in senso vago la cucina e che mi rappresentasse... Mi piacciono i blog di cucina con nomi di alimenti, ma tutti quelli carini erano già occupati e così Morfeo mi ha suggerito questo... Innanzitutto è in spagnolo, la mia lingua preferita, poi significa "Palato Felice" (sicuramente per effetto di una buona pietanza). Inoltre la parola "Paladar" a Cuba indica i piccolissimi ristoranti a conduzione familiare e mi piace molto l'idea che questo modesto blog possa essere la versione virtuale di un ristorantino della mia isola del cuore! Quando diventerò una cuoca provetta e deciderò di allargare il mio business alla ristorazione, chiamerò così il mio locale!!!

- Quando e come ha origine la passione per la cucina della Fra?
A casa mia si è sempre respirata aria di buona cucina, d'altronde pur essendo nata e cresciuta a Milano, le origini della mia famiglia sono meridionali (Sicilia e Puglia), quindi è come se fossi già nata col gene culinario. Praticamente tutte le donne della mia famiglia sanno cucinare e portano in tavola ogni giorno i manicaretti tipici della cucina regionale di provenienza, raggiungendo il massimo splendore in occasione delle Feste. Le ricette si sono tramandate in forma orale e si realizzano senza dosi precise misurate con la bilancia o tempi di cottura calcolati col timer, l'esperienza è l'unica maestra. Questa è una cosa che devo ancora fare mia, perchè faccio parte della categoria di persone che si affida un pò a bilancia e timer.
Ho cominciato ad aggirarmi intorno ai fornelli nell'adolescenza, quando per esigenze lavorative mia madre ha iniziato a lavorare anche all'ora di cena. Lei preparava le basi al mattino e io concludevo l'opera la sera. Poi complice un lungo periodo di inattività post-diploma, ho iniziato a comprare riviste e libri di cucina e ho cominciato a sperimentare ricette nuove, scoprendo che mi piaceva. E comunque su certe cose sono all'antica e credo che una donna debba saper cucinare...

- Ci sono cose che La Fra preferisce cucinare e che rapporto ha con la parte estetica?
Io sono selettiva in tutto e anche in cucina questa mia caratteristica si fa sentire e quindi mi riescono meglio le ricette con i miei ingredienti preferiti... Infatti sono "forte" nei dolci e nei primi, me la cavo con le torte salate, così così con i secondi e le verdure e... sto alla larga dal pesce, anche per colpa di un'intolleranza alimentare, quindi in questo blog non si parlerà neanche lontamente di prodotti ittici!!
A differenza delle donne della mia famiglia, compresa mia madre, io da brava bilancia guardo molto il lato estetico, perchè si dice che "anche l'occhio vuole la sua parte" e che "si comincia a mangiare con gli occhi", quindi ci tengo a realizzare il piatto con anche in maniera visivamente gradevole, anche se lo consumeremo in famiglia.

- Com'è La Fra in cucina e com'è La Fra a tavola?
Effettivamente le due cose vanno di pari passo, voglio dire, credo che per essere una brava cuoca sia indispensabile amare mangiare... Non è sempre vero il contrario!
Quando sperimento in cucina mi piace utilizzare tutti gli attrezzi del mestiere anche se vuol dire avere poi una montagna di roba da lavare e adoro comprarne sempre di nuovi, ed inoltre mi piace prendere i tempi giusti. La fretta è una cattiva consigliera!
Quando mi siedo a tavola invece osservo molto come vengono presentati i piatti, sono colpita molto dai profumi e mangio poco ma di tutto. Voglio dire che non mi privo di pasta e dolci neanche per un giorno. I miei familiari probabilmente ignorano la mia passione per la cucina e secondo le loro logiche un pò vecchia maniera, siccome non mi abbuffo (e non ingrasso) allora sono una a cui non piace mangiare... vai a spiegare che forse io apprezzo più di loro il cibo!

- Quali sono gli obiettivi che La Fra si prefigge con questo blog?
Non essendo una professionista del settore non ho la presunzione di poter insegnare niente a nessuno, ma solo di comunicare come io realizzo e interpreto alcune ricette, oltre ad essere un mio personale promemoria, un taccuino virtuale. E quindi ogni critica e consiglio da chi sicuramente ne sa più di me è ben accetto. Inoltre considero a tutti gli effetti questo blog come la mia cucina virtuale che uso solo quando ho voglia, ma soprattutto quando ho tempo, avendo poco tempo lasciato libero dal mio lavoro.

- Altro da aggiugere?
Premetto che la parte grafica è attualmente "in lavorazione", anche perchè devo entrare nell'ottica della piattaforma blogger e mi scuso sin d'ora per la scarsa qualità delle foto, ma (fino all'arrivo della nuova fotocamera) mi avvalgo di un cellulare con solo 2 megapixel... che orrore!!

...quindi forchette e coltelli alla mano e buon appetito!